Caro professore, lei vuole essere il sindaco di tutti?

(...) la contestazione, gli insulti e le scritte No Tav contro il procuratore Caselli. Eppure, non mi pareva una questione controversa, non mi sembrava un modello dell’«educazione e rispetto» che si respirava nella stanzetta di villa Bombrini dove vi riunivate come consiglio di quartiere di San Francesco d’Albaro.
Vede, caro Doria, finché ignora me, non è grave, me ne farò una ragione. Ma il fatto che lei non risponda al Giornale e che non si sia sentito in dovere di presentarsi a noi e di replicare alle nostre domande, ad esempio quelle sul curioso appoggio di persone di estrema destra alle liste dell’Udc-Pensionati di Giacomo Bertone, o sui parenti dei no global delle travi che corrono sotto le insegne di Sel, è curioso. Legittimo, ma curioso.
Il problema è che, dopo una cortesissima chiamata di Silvio Ferrari - persona di parte e perbene, capace di rompere gli schemi parlando di foibe il 25 aprile scorso a Santa Margherita Ligure - che di fatto è il vero inventore della candidatura di Doria e ci ha tenuto ad informarmi ed informarvi personalmente dell’appello dei sette promotori, c’è stato il silenzio assoluto. Certo, le due portavoce di Doria Carla Scarsi e Ludovica Schiaroli ci mandano tutti i comunicati ufficiali e ci informano su tutte le attività del candidato e una volta ci hanno anche chiamato per dirci che un altro «Marco Doria» che manda in giro comunicati stampa, non era il loro «Marco Doria». Preziosa informazione, ma erano stati altri giornali e non noi a confonderli. Ultima ciliegina: sul sito ufficiale doriano ci sono articoli di molte testate e siti internet, ma non del Giornale. E anche questo, ovviamente, è perfettamente legittimo, ci mancherebbe altro.
Detto tutto questo, però, viene spontanea una domanda.

Se Doria diventerà sindaco di Genova - e noi faremo il possibile, anche in questo caso legittimamente, per evitarlo, visto che pensiamo ci siano candidati migliori - saprà essere il sindaco di tutti? Saprà parlare anche con il popolo del Giornale, con quelli che non lo votano, con quelli che lo contrastano, con quelli che osano fargli domande scomode? O anche, più semplicemente, con quelli che osano fargli domande? Avremo il piacere di sentire la sua voce per replicare ai quesiti, anche quelli che le sembrano meno opportuni, come qualche volta ha fatto anche Marta Vincenzi?
Ecco, è una domanda anche questa. E credo sia la domanda più importante.

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