«Caro Salvini, il Cantiere deve sgomberarlo Maroni»

«Non spetta al sindaco chiudere un centro sociale. Semmai al ministro Roberto Maroni. La Lega non giochi a prendere in giro i milanesi scaricando la responsabilità sulla Moratti». L’europarlamentare e consigliere del Pdl Carlo Fidanza corregge la boutade del leghista Salvini, che aveva invitato il sindaco a smantellare il Cantiere dopo le tensioni in piazza del 25 aprile.
Non tocca al sindaco decidere la chiusura.
«La Moratti al massimo può invitare il ministro ad agire. Ma sulle questioni così delicate, come già per il garage di viale Jenner, devono intervenire ministro e prefetto».
Competenze a parte, può essere una soluzione chiudere il Cantiere?
«Sì, ma non solo quello. Andrebbero chiusi tutti i centri sociali, covi dell’estremismo rosso».
Ma il Cantiere, da qualche anno a questa parte, è il più attivo.
«Sì, ma anche gli altri sono pericolosi. Mettiamola così, il Cantiere andrebbe chiuso per primo e gli altri a seguire. Ci vuole la massima attenzione su tutte le aree dell’antagonismo milanese».
Ripensando al 25 aprile, a chi dare la responsabilità delle tensioni?
«Non chiedo la testa di nessuno, non sta a me farlo».
Ma?
«Ma ci vuole la minor tolleranza possibile. Sappiamo benissimo chi sono questi signori che ogni volta rovinano la piazza e creano tensioni. Li conosciamo per nome e per cognome. La prossima volta vengano allontanati».
È un appello alle forze dell’ordine?
«Diciamo che questi gruppi vanno controllati meglio».
Marcatura a uomo?
«Se serve, anche quella».
Nella gestione della piazza si è ripetuto l’errore della manifestazione del Pdl, quando è stato aggredito Berlusconi?
«In quell’occasione si era consentito ai centri sociali di avvicinarsi troppo al palco. Stavolta non c’ero, ma è da chiarire l’ambiguità dei 20 metri in più o in meno da far fare a un camion pieno di autonomi».
Insomma, l’unica cosa che si può tollerare in piazza sono i fischi?
«Quelli sono una costante della sinistra. Del resto, la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Sono fischi a prescindere».
Per il «piacere» di contestare?
«Sì. A quella gente della festa della democrazia e della libertà non fregava un bel niente. A loro interessava impedire l’espressione dei pensieri».
Il ministro La Russa ha criticato la scelta della Moratti e di Podestà di salire sul palco. Cosa ne pensa?
«Io sono per la linea seguita da Formigoni, mi sembra la più realistica».


Quindi niente piazza?
«È bene che le istituzioni trovino altre occasioni per celebrare date come il 25 aprile, come ha fatto Berlusconi, che è andato il giorno prima alla Scala assieme al presidente Napolitano. La piazza, così com’è, non è unitaria ma è una piazza dell’odio».

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