Caro sindaco, prenda le distanze dalla Fgci

Caro sindaco, prenda le distanze dalla Fgci

Il presidente di Azione Giovani Roma Federico Iadicicco, ha scritto una lettera aperta al sindaco Veltroni sulle offese arrecate dai giovani comunisti del Pdci, attraverso il loro sito Internet ufficiale, alle vittime delle foibe. Azione Giovani chiede al sindaco di invitare in Campidoglio, come già accaduto per numerosi rappresentanti della comunità ebraica, un esule oppure un familiare di una delle vittime delle foibe. Ecco il testo della lettera. «Caro Sindaco, come Lei sa, il 10 febbraio è stata celebrata la Giornata del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo degli italiani da Fiume, Istria e Dalmazia. Anche se in ritardo, nel 2004 l’Italia si è scusata con i suoi figli insultati, prima ancora che dimenticati, e li ha omaggiati con una apposita legge. Gli esuli hanno atteso per cinquant’anni che il muro di omertà cadesse e che la nazione tutta riconoscesse loro il giusto tributo e le dovute onorificenze. Hanno atteso che il pregiudizio ideologico lasciasse spazio alla memoria condivisa. Questo gesto di dignità di una nazione che si ritrova è stato, però, offeso da alcuni atteggiamenti faziosi e antistorici. Mentre erano in corso le commemorazioni, istituzionali e non, un “manipolo di irriducibili” ha deciso di continuare a negare la portata di quella drammatica pagina della nostra storia. L’episodio più spiacevole è quello che ha visto protagonisti i giovani del Pdci: nel sito della Fgci è comparsa una vignetta con su scritto “nelle foibe solo fascisti e spie”. Emerge una incomprensibile volontà di continuare a offendere la memoria dei nostri connazionali infoibati e costretti all’esodo, nell’ottica di una visione della storia e del mondo legata più alla difesa di posizioni ideologiche che ai sentimenti di umanità e di comune appartenenza a un popolo. Sulla stessa posizione dei giovani del Pdci si è attestato anche l’apparato istituzionale del partito, che sarà fra i suoi alleati nella prossima campagna elettorale.

Vista la Sua particolare predisposizione a far conoscere ai giovani i mali del totalitarismo, Le chiedo se non le sembri opportuno e doveroso condannare un così ignobile gesto, prendere le distanze dai partiti che si rendono protagonisti di simili fatti, ed organizzare un incontro con i giovani dei comunisti italiani, di tutti i partiti e movimenti di sinistra, per ascoltare in Campidoglio dalla viva voce di un esule la tragedia immane vissuta dai nostri fratelli di Fiume, Istria e Dalmazia. Spero voglia accogliere questa richiesta, dimostrando così, di non essere, almeno su questi temi, una persona di parte. La saluto cordialmente».

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