Errare è umano, perseverare è diabolico. È questo il primo pensiero che mi viene in mente dopo aver letto l'intervento su via Paolo Sarpi del vicesindaco Riccardo De Corato, pubblicato ieri su Il Giornale. Perseverare è diabolico perché anche in quest'intervento il vicesindaco scrive: «Ribadisco il concetto: siamo di fronte a una Ztl-isola pedonale». Ma non può esserci una Ztl-isola pedonale: o c'è l'una o c'è l'altra. E l'avallo, che De Corato cita, delle rappresentanze dei commercianti c'è stato, ma per un'isola pedonale vera subito, in condivisione con quanto detto anche con il sindaco Letizia Moratti.
Per il lettore credo sia interessante comprendere bene cosa significa non aver scelto l'isola pedonale vera subito come abbiamo proposto ed ottenuto in via Dante. Fare subito l'isola pedonale significa compiere una scelta ben precisa: chiudere la via con fioriere, dare la possibilità di mettere tavolini all'aperto, renderla vivibile e quindi appetibile in una logica diversa dalla via di transito per i veicoli.
Ora, invece, abbiamo una brutta Ztl, con 1.200 pass per le auto dei residenti (e perché prima c'erano le strisce blu e non potevano parcheggiare ed ora ci sono quelle bianche per farli parcheggiare?) per una via che non è né carne né pesce: non è idoneamente chiusa per renderla isola pedonale, non è sufficientemente aperta per garantirle un adeguato transito.
Questo, per il bene innanzitutto di via Paolo Sarpi, dellintero quartiere e quindi della città, non lo possiamo accettare.
*Consigliere con delega al territorio
di Milano
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