Carolina riparte dal sei. «È il mio riscatto»

Torino Carolina piange. Ma di commozione. Saluta il pubblico di Torino, che venerdì sera ha festeggiato - nove anni dopo l’oro iridato di Fusar Poli-Margaglio - il bronzo nella danza della coppia Federica Faiella-Massimo Scali (malgrado i pochi allenamenti e i problemi di salute), ma ora è tutto in piedi per renderle la standing ovation alla fine della sua prova di pattinaggio di figura in questi mondiali 2010 messi in calendario ad appena un mese dalle Olimpiadi di Vancouver. Dopo la grande delusione, la Kostner chiude al sesto posto il concorso individuale femminile vinto della giapponese Mao Asada. La nipponica, oro con 197,58 punti, precede l’argento sudcoreano Kim Yu-Na ed il bronzo finlandese Laura Lepisto. «Non ho mai finito una gara con tutto il pubblico in piedi, mi ha commosso», dice la Kostner tra le lacrime di un pianto liberatorio: «Era lo stress di questo periodo, volevo riscattarmi, lo volevo per me stessa», confida. «Mi dispiace per questo punto e mezzo che mi è mancato per il podio. È incredibile che la differenza fra terzo e sesto posto sia di un solo punto - si rammarica l’azzurra -. Mi dispiace un po’, ma qualche piccola sbavatura riguardando la mia prova la trovo». All’autocritica la Kostner mescola poi un pizzico di critica nei confronti del tavolo della giuria. «Tante volte nel nostro sport la giuria è un po’ influenzata dalle gare precedenti. Da come è andata la stagione nel complesso, probabilmente ho bisogno di riportare alcune prestazioni come queste di oggi per avere punteggi più alti».
Carolina riparte dal sei, ma l’importante per lei era far vedere che non era finita, cancellare certi commenti che l’hanno ferita. L’aveva confidato alla vigilia dell’ultima giornata dei mondiali: «Mi hanno fatto rosicare, sono una vincente e lo dimostrerò. Troppe cose non mi sono andate giù e anche i giudizi del presidente del Coni Gianni Petrucci che ha sostenuto di non vedere in me una campionessa danno ancora fastidio. Ci siamo parlati, mi ha detto: “Tutta l’Italia è nelle tue gambe”. Io però non sono ancora serena. Mi è rimasta un po’ di insicurezza, colpa delle critiche eccessive che ho dovuto sopportare. Nel programma libero mi baserò sui salti certi. Vengono valutati meno e pazienza, qui punto su un programma pulito».
E così ha fatto. «Volevo fare un’esibizione pulita perché sapevo di esserne capace e volevo dimostrarlo a me stessa e a quelli che si sono permessi di dire che non ce l’avrei fatta. Oggi ero meno nervosa, sentivo meno questa grinta che mi spinge a dover fare. Questo mi ha agevolato perché non ho sovraccaricato le entrate nei salti. Oggi più fortunata? Il lavoro paga più della fortuna. Accetto questo risultato con il sorriso. L’obiettivo era stare in piedi e fare tutto ciò che avevo provato in allenamento. Avevo le gambe stanche nella seconda parte dell’esercizio, volevo soltanto arrivare alla fine e non so dire quanto mi abbia aiutato il pubblico. È vero, alcune cose potevano essere eseguite meglio, ma sono comunque soddisfatta e posso chiudere la stagione tranquilla».
La Kostner lancia poi stoccate polemica a chi ha parlato di divisioni nella compagine azzurra e ipotizzato «i pattini al chiodo» dopo i mondiali. La replica di Carolina è secca, con quella voce un po’ cantilenante che contraddistingue la gardenese: «Ci sono persone intorno alla nazionale che hanno creato situazioni spiacevoli che noi non siamo state padrone di gestire. Ma siamo sempre stata una squadra unita. Il futuro? La prossima estate voglio crescere tecnicamente. Non ho mai detto di voler smettere, intendo continuare ancora tanti, tanti anni».
Prima, però, due appuntamenti importanti.

«Il 13 aprile voglio dare un esame all’università (è iscritta a Scienze della formazione a Torino, ndr) e poi spendere del tempo con Alex (l’olimpionico della marcia Schwazer, ndr). Ci farà bene stare insieme. Non è la stagione che sognavo. Pace. Torino è un nuovo punto di partenza».

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