Da Carrà a Balla, luce sul futurismo

Da Carrà a Balla, luce sul futurismo

Luciana Baldrighi

Cinquanta opere dei «padri fondatori» del futurismo sono esposti fino al 22 dicembre alla galleria Fonte d’Abisso di via Del Carmine 7. I lavori, tra dipinti, disegni, incisioni e sculture di Boccioni, Balla, Carrà, Depero, Russolo, Severini sono raccolti sotto il titolo «Dinamismo + Luce. Balla e i futuristi» e commentati in un ricco catalogo pubblicato da Silvana Editoriale curato da Danna Battaglia Olgiati e Ada Masoero. L’esposizione raccoglie nella prima parte le opere divisioniste di Giacomo Balla e di Umberto Boccioni mentre nella seconda sezione, la più corposa, si possono ammirare i lavori della prima stagione futurista con i cinque Manifesti pittorici del 1910 di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Giacomo Balla. Va ricordato che il primo Manifesto futurista fu redatto da Marinetti nel 1909.
Sono dipinti su tela e carta e rappresentati anche con disegni e incisioni le opere degli altri protagonisti di questa corrente, tutti accorpati nell’ultima sezione della mostra con i lavori di Iras Baldessari, presente anche con preziose sculture.
Troviamo rappresentato da opere storiche degli anni Dieci insieme ad esempi della sua ricerca applicata alle arti decorative, Fortunato Depero, mentre Mario Sironi salta all’occhio con due rari collage; Virgilio Marchi invece, con le sue architetture teatrali e visionarie ed Enrico Prampolini, accanto alle ricerche più precoci porta la sua testimonianza con gli esempi più belli del suo impegno nell’ambito del teatro futurista.
Sempre all’interno del percorso espositivo un posto di riguardo viene riservato a dieci opere rare su carta di Giacomo Balla provenienti dalla Collezione Rothschild tornate in Italia dopo cinquant’anni. Le opere furono acquistate da Herbert e Nannette Rothschild nel 1959 su consiglio del direttore del Museo d’arte moderna di New York, il Moma, Alfred H.

Barr jr, i dieci disegni furono eseguiti tra il 1913 e il 1919 e rappresentano una piccola antologia del lavoro di Balla creata pezzo per pezzo dall’artista stesso, scegliendo disegni di diverse misure poi incollati su robusti fogli da disegno tutti dello stesso formato di 32x42 centimetri.

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