Eleonora Barbieri
da Milano
«Visioni binarie» non è soltanto il titolo di una pubblicazione, che raccoglie storie e calvari dei viaggiatori della penisola, ma è anche lultima tendenza in fatto di treni: uno degli incubi più ricorrenti, ultimamente, è infatti quello del «convoglio fantasma». Sintomi della visione: laspirante passeggero ha in mano un biglietto, con tanto di prenotazione (numero del treno, della carrozza, del posto a sedere) ma, una volta arrivato al binario, trova davanti a sé una folla di concorrenti, che ambiscono, come lui, a un posto su una carrozza che, in realtà, è inesistente. È successo alla vigilia di Natale e il fatto ha rimpinguato il dossier delle disavventure in stazione degli ultimi giorni. Ecco alcuni esempi.
Verso sud
Stazione di Milano, direzione sud, i treni delle feste, quelli ampiamente previste dal calendario. Unico problema: qualche carrozza in meno del previsto, e molta gente inferocita. Un giovane studente della Basilicata ha raccontato la sua odissea, metà su pullman e metà su treno, cominciata verso mezzanotte e terminata a Metaponto verso mezzogiorno. «Il treno era stracarico e non partiva. Ci è bastato uno sguardo: Blocchiamo tutto, da qui non parte nessuno. Poi il via con unora e mezzo di ritardo, ma non cera posto per tutti». Così ecco il pullman: «Ma abbiamo dovuto litigare con lautista sulle fermate da fare: voleva portarci tutti a Bari».
«Colombia»
Letta sui forum dei pendolari: convogli bloccati in mezzo alla campagna che si mettono a spingere il treno davanti, guasto, che blocca tutta la linea. «Stiamo spingendo tonnellate di ferro... ma dove siamo, in Colombia?».
La navetta rottame
I pendolari dellEmilia Romagna sono abituati a esperienze «estreme»; in particolare quelli della «Porrettana»: «Uno dei soliti navetta-rottame è partito da Bologna alle 5.55; è salito arrancando, sbuffando e facendo saltare gli orari dei treni in discesa, per arrivare a Porretta con 15 minuti di ritardo. Doveva ripartire alle 7.17 per la corsa più affollata della giornata, ma proprio non voleva andare ed è riuscito ad arrivare a Bologna con 35 minuti di ritardo». Il giorno dopo il «navetta-rottame» colpisce ancora: «Sul treno delle 6.42 da Porretta, quattro carrozze su quattro fredde gelate»; e si capisce: a Porretta, dove il convoglio ha trascorso la notte, cerano cinque gradi sottozero.
Il convoglio dimezzato
Sorprese mattutine anche sulla Verona-Bologna: il treno viaggia con sei carrozze (anziché sette) ma, soprattutto, tre sono chiuse: due per ragioni rimaste oscure e unaltra perché una porta non è sicura. Ai passeggeri non resta che stare in piedi, stivati su meno della metà dei posti. Non è finita: sulle tre carrozze rimaste disponibili, una porta è bloccata, mentre le altre non riescono a funzionare in automatico, perciò il capotreno deve azionarle a mano a ogni fermata, guadagnando un ritardo finale di trenta minuti.
Abbonamento con la multa
Una signora di Gallarate si è sfogata su un forum: «Avevo dimenticato labbonamento nella borsetta, ma il capotreno mi ha rassicurata: Ora le faccio pagare il biglietto, poi in biglietteria, mostrando labbonamento, le rimborseranno la spesa». Oltre ai 3,45 euro di biglietto, la donna ha scoperto prima che non cera nessun rimborso; poi, dopo un mese, si è vista recapitare a casa una multa da 35,60 euro.
Il suicidio non vale
Se il treno ritarda per «cause indipendenti da Trenitalia» o si viaggia senza prenotazione, è noto, non si ha diritto a nulla. Ma se il convoglio è arrivato con unora di ritardo causa suicidio (indipendente dalle ferrovie) e, poi, si è rotto, rimanendo fermo per altri quarantacinque minuti, questi ultimi, non saranno forse da imputare a Trenitalia? La risposta ai pendolari della Genova-Milano è stata: no. Alle ferrovie hanno annotato soltanto il suicidio, del motore non si sono accorti.
Abitudini
I pendolari del Levante ligure si sono riuniti a Brignole per una manifestazione, per contestare (in anticipo) il nuovo orario, soprattutto per la soppressione degli Interregionali. Alla protesta, è ovvio, sono arrivati «trafelati»: il treno aveva un quarto dora di ritardo.
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