Carte di credito duplicate nei negozi

Riccardo Re

Sei arresti, 25 persone denunciate a piede libero, 500 mila euro in titoli obbligazionari falsi sequestrati, 21 esercizi commerciali coinvolti di cui 11 nella sola Genova, per un giro di affari sporchi che ammonta a diversi milioni di euro. Questi sono i numeri che emergono dall'operazione «Edera connection» che ruota intorno a una maxi inchiesta su carte di credito clonate e frodi informatiche.
Ma emerge anche una realtà inquietante: tecniche di truffa sempre più evolute e sempre meno garanzie per i titolari di carte di credito. A mettere in pericolo la segretezza di codici e strisce magnetiche infatti, non sono più soltanto operazioni on line e sportelli Bancomat, ma ogni singolo pagamento, come la più banale delle «strisciate» in un qualsiasi negozio. Questo almeno è quanto risulta dall'indagine condotta dalla compagnia della guardia di finanza di Genova e dal nucleo provinciale di polizia tributaria, che hanno sequestrato, in noti esercizi commerciali in pieno centro città, terminali Pos alterati. In una videoteca in piazza Piccapietra e in una in piazza della Vittoria, in una gioielleria alla Fiumara, in un distributore di carburanti in via De Marini, in un negozio di cellulari in via Brigata Liguria e in diversi negozi di abbigliamento in via San Lorenzo, via San Luca, piazza Brignole, via Portici dell'Accademia e alla Fiumara, titolari o commessi compiacenti avevano favorito la clonazione di carte di credito e bancomat.
Il meccanismo della truffa, una vera e propria novità nel settore, consiste nell'alterare i terminali Pos attraverso l'installazione di una «epron» capace di memorizzare i codici della carte di credito e perfino i pin digitati dai clienti.

A questo punto i codici vengono captati attraverso particolari lettori e duplicati o su carte magnetiche bianche - visibilmente contraffatte e riutilizzate in esercizi compiacenti - o su carte di credito prepagate, che hanno il «vantaggio» di (...)
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