Un cartellone da «Sogno» nel segno della poesia

In un momento in cui gli altri enti pubblici del Bel Paese allignano destreggiandosi tra qualche salutare promessa e una certa inclinazione al risparmio di nuovi talenti, la stagione 2008-09 del Piccolo di Milano brilla invece di gioie insperate quanto necessarie alla conservazione di quel patrimonio di cultura che i suoi predecessori ebbero a cuore fin dai tempi beati delle grandi produzioni di Strehler.
Si comincia con un'edizione del Sogno shakespeariano che, idealmente prolungando la prima stagione ronconiana dedicata al capolavoro di Calderòn e alla magica fantasia di Strindberg, completa oggi la triade con una bella compagnia di giovani che siamo sicuri non farà rimpiangere il celebre allestimento di Peter Brook che, nel '72, proprio qui al Piccolo fece gridare al miracolo. E si continua con due testi, diretti entrambi da Ronconi, di un commediografo come Lagarce, assai noto in Francia ma sconosciuto in Italia. C'è inoltre da segnalare l'inatteso e gradito ritorno di un testo-cerniera del XX secolo come La cimice di Majakovskij nella regia di Serena Sinigaglia che in questi ultimi anni si è conquistata un posto di primo piano tra le nuove leve dei registi che lavorano, con felicissimi esiti, sulla parola dei poeti. Mentre, tra gli spettacoli stranieri, si segnala il magnifico The Andersen Project di e con Robert Lepage.

Mentre, sul versante di casa nostra, diamo il benvenuto a Gomorra e al Ritter Dene Voss di Bernhard giostrato a meraviglia da Maria Paiato, Massimo Popolizio e Manuela Mandracchia oltre all'attesissimo debutto di Lina Sastri nelle vesti di Filumena Marturano e alla curiosità suscitata da un'inedita Giulia Lazzaroni quest'anno aggregata, sotto l'egida cumulativa del Piccolo e del Franco Parenti, al carrozzone di Tiezzi in Passaggio in India da Forster.

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