«Abbiamo lavorato fianco a fianco con una persona e oggi scopriamo cose inquietanti» è lo sconcerto lo stato d'animo prevalente al Comando provinciale dei carabinieri, tra i colleghi del Nucleo Operativo, dove aveva lavorato fino a tre settimane fa (prima di tornare al Radiomobile) il maresciallo dei carabinieri di 36 anni fermato a Firenze insieme alla sua compagna, vigilessa a Milano.
I due, a bordo di unAlfa Romeo 147, sono stati bloccati laltra mattina alle 5 in provincia di Firenze, al termine di un lungo inseguimento. Lauto era ricercata dopo che un camionista aveva chiamato il 113 dicendo di essere stato bersagliato da colpi darma da fuoco. La sparatoria sarebbe nata dopo che il camionista aveva ingaggiato una gara in autostrada con un altro Tir.
I poliziotti, messi sulla tracce della vettura, la intercettano, la inseguono e, quando stanno per raggiungerla, vedono un oggetto volare dal finestrino. Si tratta di una pistola rapinata a luglio a un vigilante di Milano. Una successiva perquisizione a casa dei due consente di scoprire proiettili, targhe rubate, passamontagna, una cinquantina di telefoni cellulari. E anche un bellarmamentario degno del miglior sex shop, tra video e riviste pornografiche e oggetti «fetish».
Ovviamente ieri in via Moscova non si parlava daltro. Nonostante lo stupore, però, ad alcuni colleghi non era sfuggito uno strano atteggiamento del maresciallo che aveva lavorato al Nucleo operativo, nella sezione che si occupa dei reati contro la Pubblica amministrazione, dal 2004.
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