Caschi e scudi antisommossa per i vigili urbani

Caschi e scudi anti-sommossa, ginocchiere e paragomiti. A un centinaio di vigili sono stati consegnati già nei giorni scorsi. «Non siamo Rambo, cosa arriveremo a fare? Continuo a preferire quel tipo di ghisa che ha il compito di fare multe e regolare il traffico» tuona il portavoce del Coordinamento sindacale autonomo Roberto Miglio. Di parere opposto un altro sindacalista, il rappresentante del Sulpm Roberto Vincini che aveva sollecitato i rinforzi. E ammette che «i tempi sono cambiati e il ruolo dei vigili pure». Sgomberi nelle case occupate, blitz nei campi rom, manifestazioni di piazza ad alta tensione. Vero che in prima fila ci sono i poliziotti, ma «anche nelle retroguardie, se volano i sassi non fanno differenza tra un carabiniere e un ghisa, quindi meglio avere gli stessi strumenti di protezione». E non bastano ancora, a suo parere. Fa presente che da quando gli oltre 1.800 agenti che fanno servizio su strada hanno in dotazione il distanziatore, le aggressioni hanno registrato una flessione verso il basso, «solo 4-5 anni fa contavamo circa 300 casi all’anno, ora siamo ben sotto la metà» sottolinea Vincini. Fronteggiare «attrezzati» un extracomunitario ubriaco e molesto verso le famiglie che frequentano i giardini di via Palestro - come è accaduto giusto qualche giorno fa a una coppia di vigili - rende più sicuri e «alla fine dei conti evita che la violenza degeneri, in quel caso ad esempio non si è fatto male nessuno e lo straniero è stato bloccato e accompagnato in questura». Ed è anche un ottimo deterrente. Ironia della sorte «la maggior parte delle aggressioni oggi avvengono durante i rilievi della sosta, molti reagiscono con aggressività di fronte a una multa». Ecco perchè, dopo i distanziatori (a tutti), caschi e scudi anti-sommossa (per ora assegnati al Nucleo tutela trasporto pubblico, agli agenti della sezione Tutela del territorio, alle venti unità della Radiomobile e ai vigili che prestano servizio al comando Duomo-centro) il Sindacato unitario dei lavoratori della polizia municipale torna a chiedere che tra gli strumenti in dotazione individuale «vengano dati anche lo spray urticante, in modo da tranquillizzare in 3-4 secondi chi dà in escandescenza ed evitare uno scontro più grave, e i guanti anti-taglio. Il Comune abbia finalmente il coraggio di assegnarci anche questi strumenti di tutela sul lavoro». Per alcuni servizi servirebbero secondo Vincini anche «i cuscini (alti circa un metro e mezzo e della profondità di trenta centrimetri) per effettuare il Trattamento sanitario obbligatorio». Precisa che strumenti come gli scudi «non vanno pensati per una funzione di ordine pubblico, perchè la nostra attività è di appoggio a non si sostituisce a quella di polizia e carabinieri, ma per contenere la violenza senza fare uso della forza. Non siamo più solo i ghisa che fanno le multe, ci troviamo in mezzo a situazioni molto più violente e dobbiamo essere un Corpo di professionisti».
Resta sulla sua posizione invece Miglio: «Di questo passo i vigili finiranno per fare le veci dei poliziotti.

Invece di distribuire caschi e scudi sarebbe meglio che il Comune ci rifornisse di scarpe e pantaloni di servizio nuovi, visto che ormai se si sciupano ci chiedono di portarli a riparare dal sarto perchè le scorte scarseggiano».

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