Uno scambio alla pari. Il terzo settore ha preso in carico i 25 alloggi dell’Aler e insiste nel volerci mettere le famiglie rom che verranno sgomberate dal Triboniano? «Prima alternativa: invece di destinarle ai nomadi, aggiungere disagio nei quartieri popolari e penalizzare le famiglie milanesi in lista d’attesa, don Virginio Colmegna le utilizzi per altri casi di fragilità. A quel punto può usare quelle del patrimonio della Casa della carità per i rom, uno scambio assolutamente alla pari, semplice e che chiude le polemiche. O non li vuole». Seconda ipotesi: «Il Comune riprende in carico gli alloggi dell’Aler dando una contropartita economica a don Colmegna, che può trovarne altri sul mercato privato o presso altri enti». Vedi anche: il Pio Albergo Trivulzio. I «suggerimenti» per uscire dal pasticcio politico che si è creato a Palazzo Marino sulla questione delle case ai rom arrivano dal ministro alla Difesa e colonnello del Pdl Ignazio La Russa. Che oggi sarà a Milano e avrà modo di confrontarsi con il coordinatore regionale del partito Guido Podestà prima dell’incontro domani con il sindaco Letizia Moratti. Il clima tra i consiglieri di Pdl e Lega da una parte e l’assessore ai Servizi sociali dall’altra è tesissimo, Mariolina Moioli è sotto la lente e dovrà rispondere in modo puntuale al Consiglio comunale che ha chiesto dietrofront sugli alloggi popolari ai nomadi, a meno di poche situazioni di emergenza: «Si sta seguendo la linea del “tutto va avanti come prima” come dice don Colmegna - ha insistito anche ieri il consigliere Pdl Carlo Fidanza - oppure la ricerca di soluzioni alternative all’Aler come chiesto dal Consiglio? Noi siamo persone di buon senso ma ci attendiamo che ci si muova lungo quella direttrice senza giochi delle tre carte, la Moioli dovrà relazionarci al più presto sulla soluzione che ha trovato o siamo pronti a sfiduciarla». Più buonista (anche se il finale è lo stesso, escludere le case Erp) l’atteggiamento del ministro La Russa, che invita «tutti alla calma». Messaggio indirizzato anche ai consiglieri della maggioranza che hanno fatto esplodere il caso, anticipando la campagna elettorale su un tema che è terreno di consensi sia per la Lega che per il Pdl. «Il primo obiettivo - insiste La Russa - è quello di tutelare le famiglie innocenti, parlo sia di italiani che di extracomunitari, che vivono vicino al campo di Triboniano e continuano a subire episodi che minano la loro qualità della vita». Se l’obiettivo è chiudere il campo «sono aperto a qualunque soluzione ottenga il risultato». Ammette che in linea di principio «anche l’ipotesi delle case popolari non mi scandalizzava né mi sembrava del tutto sbagliata, succede così anche a Reggio Calabria. Ma in una città come Milano dove c’è fame di alloggi verrebbe interpretata come un’ingiustizia inaccettabile». Come se ne esce? «Ribadisco che a don Colmegna abbiamo sempre riconosciuto grandi meriti, ora però non capisco perchè non possa ospitare i rom del Triboniano nei suoi centri e mettere altre famiglie nei 25 alloggi che ha preso in carico. Dobbiamo sollevare dal disagio i milanesi che risiedono a Triboniano, ma senza trasferirlo sui quartieri Aler. Appartengo tradizionalmente al partito della tolleranza zero, ma la cosa peggiore è discutere senza guardare all’obiettivo, qui la soluzione è a portata di mano. Dopo tante polemiche mi spoglierei del caso ideologico e andrei a cercare la soluzione concreta. Al limite Palazzo Marino dia a Colmegna le risorse per cercare altri alloggi sul mercato o presso altri enti, e si riprenda quelli Aler per altre situazioni di disagio».
Ma ribadisce a tutti (Lega compresa) che «non deve esserci una gara a chi fa la faccia più dura, puntiamo tutti all’obiettivo di chiudere il campo».Ma il Pdl milanese è in fibrillazione e il capogruppo Giulio Gallera avverte: «Sarà bene che la Moioli ci garantisca che gli alloggi Aler verranno destinati solo a pochi e specifici casi sociali». Donna avvisata.
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