Cronaca locale

Case ai rom, si bussa a Curia e privati

Ministro e Comune smontano il progetto di assegnare ai nomadi gli alloggi di edilizia popolare pubblica. Così le famiglie più bisognose potrebbero essere sistemate da fondazioni, parrocchie e anche immobiliaristi

Case ai rom, si bussa a Curia e privati

Scavare tra gli alloggi del Pio Albergo Trivulzio, nel patrimonio di ospedali come il Policlinico o di fondazione come la Cariplo, bussare alla porta anche di privati e immobiliaristi, come Ligresti. E soprattutto, dopo i continui appelli del cardinale Tettamanzi all’integrazione, sondare se tra gli appartamenti della Curia che sono frutto di lasciti c’è posto anche per i rom. Per sistemare le famiglie del campo nomadi di Triboniano che verrà chiuso entro fine ottobre, ogni strada sarà battuta. Tranne quella che ha già sollevato un polverone e l’avviso di sfiducia all’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli: "I rom non entreranno in nessun alloggio dell’Aler o del patrimonio comunale" per inciso "neanche nelle case confiscate alla mafia". Il ministro all’Interno Roberto Maroni ha chiuso senza altre ambiguità la vicenda diventata un caso nazionale. Ieri al vertice in prefettura con il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà, gli assessori alla Sicurezza delle tre istituzioni - Riccardo De Corato, Romano La Russa e Stefano Bolognini -, la Moioli, il presidente del consiglio regionale Davide Boni, Maroni ha precisato che "Milano ha fatto più di quanto non stiano facendo Roma e Napoli, quello che si sta realizzando è un modello che intendo portare a livello europeo". Perchè "è all’avanguardia, oltre alla politica del rigore e dello smantellamento dei campi si lavora su integrazione e progetti di inserimento lavorativo". Detto questo, Triboniano ha i giorni contati e "chi sta dentro verrà sistemato se ne ha diritto, gli altri dovranno rimpatriare". Una "scelta politica saggia". Sulle case popolari, è "vero che si parlava solo di 25 famiglie, ma non si risolvono i problemi creandone altri, la soluzione individuata ha tenuto conto di tutte le sensibilità, anche di chi crede che prima debbano venire i milanesi". E soprattutto "diamo un segnale netto in vista di scadenze importanti come quella del prossimo anno, con l’allargamento dell’area Schenghen probabilmente alla Romania, che potrebbe creare una nuova ondata di ingressi incontrollati". Sulla via francese, proporrà a governo e Parlamento gli strumenti per espellere i cittadini comunitari se non hanno i requisiti previsti dalla direttiva Ue del 2004, come casa e reddito. Tornando alle 25 case, toccherà al prefetto Gian Valerio Lombardi trovare le alternative. Maroni ha ribadito al sindaco che Milano non può essere "ostaggio" del terzo settore, come la Casa della carità di don Virginio Colmegna, e ha avvisato: "A Roma i campi vengono gestiti dalla Croce Rossa". Come dire: o si adeguano alla linea o si cambia partner. Ma pure ieri Colmegna si è detto "meravigliato" per l’esito del vertice, "con 11 famiglie abbiamo già firmato per i percorsi di accompagnamento, andiamo avanti secondo la convenzione già firmata, non bastano le dichiarazioni per fermare tutto questo percorso vedremo se arriva una comunicazione ufficiale". Il sindaco ribadisce la "linea di estremo rigore ma anche di umanità per le emergenze e le fragilità di chi ha diritto a restare. Abbiamo confermato la chiusura di Triboniano, che è un grande risultato per la città perchè da lì si diffondono situazioni di insicurezza per i cittadini che non possiamo tollerare". Festeggiano i consiglieri che avevano proposto la mozione contro le case ai rom: "Vittoria della linea Pdl" dicono Gallera e Fidanza. E il leghista Matteo Salvini prenota le poltrone: "Se sarà la Lega a gestire sicurezza e servizi sociali sarà una garanzia per tutti".

Salvini, attaccato al vertice da Romano La Russa per le polemiche acchiappa-voti ma prontamente difeso da Moratti e Maroni.

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