L'industria automobilistica sta andando incontro a un lungo periodo di difficoltà per la diminuzione della domanda e il cambiamento nei comportamenti di consumo e «le vendite di automobili in Europa potranno tornare ai livelli pre-crisi (del 2007) non prima del 2014» e «in caso di mancata ripresa dell'economia le tempistiche del recupero si allungheranno ulteriormente».
E intanto, quest'anno, i produttori sono costretti a contabilizzare una perdita di 1.800 euro per ogni veicolo venduto. È quanto si legge nell'ultimo rapporto di AlixPartners sul settore automotive, che rileva come il settore, «fortemente indebitato, sia gravato da un notevole eccesso di capacità produttiva, situazione che i recenti interventi governativi non stanno gestendo in maniera efficace, soprattutto in Germania e Francia». In questa situazione di difficoltà e bassi volumi, continua lo studio «Global automotive review», «l'inevitabile processo di consolidamento del settore verrà guidato dalle aziende che attualmente stanno spingendo su una gestione attiva della propria liquidità. L'aspettativa, infatti, è che le società che riusciranno a rimanere solventi, appoggiate potenzialmente anche da investitori finanziari, daranno luogo a una nuova ed importante tornata di acquisizioni mirate a consolidare alcuni dei segmenti di fornitura».
AlixPartners identifica due principali cause di un tale crollo: il notevole eccesso di domanda negli ultimi anni, stimolato anche dalle politiche dei tassi d'interesse delle diverse autorità monetarie europee, e la discrepanza tra la performance del mercato automobilistico e l'evoluzione dell'economia nel suo complesso. Per il 2010 si stima un cash flow complessivo negativo per l'industria del settore di oltre 40 miliardi. Il rapporto sottolinea anche la posizione particolarmente critica dei fornitori europei.
Secondo il modello «aAixPartners early warning model», nel 2008 circa il 22% dei fornitori di componentistica del settore automotive si sono trovati a rischio insolvenza nei due anni successivi e nel caso di una contrazione dell'economia a livello globale tra il 10% e il 20% (quale quella in corso nel settore auto), la percentuale arriverà ad un valore compreso tra il 30% e il 50%.
Considerando che tra il 2007 e il 2009 l'Europa Occidentale ha registrato un calo nelle vendite di veicoli del 12,5% e gli Usa del 23,1%, mentre in alcuni Paesi, come Russia e Brasile, la riduzione è arrivata fino al 45%, e in Cina la crescita delle vendite è rallentata al 5,8%, emerge che i produttori di automobili stanno risentendo maggiormente della crisi rispetto ai fornitori, e la situazione peggiore è sperimentata dai produttori di automobili di classe superiore.
Al momento, infatti, i consumatori stanno infatti privilegiando classi di veicoli più piccole, con allestimenti meno ricchi, tendenza questa che, se dovesse proseguire determinerebbe, fino al 2014 per i produttori di automobili in europa e nelle altre regioni del mondo, un calo complessivo dei margini di profitto superiore al 4%.
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