
"Che si tratti di una nuova reinterpretazione della norma Salva Milano o una sorta di sanatoria, per sbloccare i progetti edilizi il sindaco Sala avrebbe già strumenti di diritto amministrativo per intervenire" in molti casi, "senza buttare sempre la palla in corner, ora al Parlamento, ora al prefetto. Non è Roma che deve risolvere i problemi di Milano". Ne sono convinti il capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo Truppo e l'architetto e responsabile del Dipartimento urbanistica di FdI Maurizio Iennaco che, col supporto tecnico di Gianni Verga (ex assessore) e del docente del Politecnico Francesco Basile, stanno preparando un documento da portare in Consiglio comunale a settembre. Ma "ci vorrà da parte di Sala finalmente un po' di autocritica e volontà di ascolto. Già un anno fa FdI sollecitava la giunta ad aprirsi alla giustizia riparativa, che avrebbe evitato tanti guai giudiziari, e a creare un fondo di garanzia che è arrivato solo molti mesi dopo" sottolinea Truppo. Anche se "l'anello debole del centrosinistra" è proprio il Consiglio. Secondo gli esponenti FdI le inchieste e il caos in cui è piombata l'urbanistica hanno origine da quel famoso articolo 13 delle norme di attuazione del Piano delle Regole approvato 6 anni fa con il Pgt, ha ampliato il ricorso alla Scia al posto dei piani attuativi che imponevano il voto in aula e ha dato più poteri alla Commissione del Paesaggio. "Quando governava il centrodestra - ricorda Truppo - quasi tutti i progetti passavano dal Consiglio. Sala l'ha bypassato per evitare scontri politici in aula con Verdi e sinistra radicale, su grattacieli e non solo". E Iennaco rimarca che "i paladini dell'ambiente" che oggi "fanno sceneggiate sono altrettanto responsabili, dov'erano nel 2019 quando si votò quel Pgt che ha eliminato totalmente il controllo pubblico?". Ora Iennaco "l'inerzia della giunta" che "ha tenuto bloccati per un anno e mezzo i progetti e i soldi investiti da migliaia di famiglie in alloggi i cui cantieri non sono ancora partiti. Poteva sospendere in autotutela le autorizzazioni con Scia, rivisitare le singole pratiche creando una task force tecnicae, senza nuove norme, usare lo strumento della regolarizzazione con piani attuativi e permessi a costruire. La situazione è andata oltre ogni limite perchè invece si sono aggiunte circolari che si contraddicevano tra loro, seguendo via via le linee che emergevano dai pm". La giunta, sostiene l'architetto di FdI, "avrebbe potuto regolamentare in modo piu chiaro la soglia volumetrica che distingue la ristrutturazione edilizia dalla nuova edificazione, potenziare gli uffici tecnici per gestire progetti complessi".
Il documento in aula a settembre insisterà anche sul tema del "monitoraggio sul rispetto degli oneri versati" o "su un utilizzo più ampio della Conferenza dei Servizi che riunisce al tavolo tutti gli enti e quindi permette di risolvere "all'origine e in tempi certi le criticità".