Le case d’asta rilanciano

N onostante la brutta aria che tira dalle borse di mezzo mondo, a Milano il mercato dell'arte affronta con il petto in fuori la stagione delle aste. Per sincerarsene, è sufficiente constatare la cura che Christie's e Sotheby's, le due «signore» del settore, hanno profuso nell'organizzazione delle battute d'asta autunnali. Christie's scende in campo forte del successo dell' Italian Sale a Londra, una grande asta dedicata ai maestri del nostro Paese, e per lunedì e martedì propone quattro tornate d'asta con lotti di arte moderna e contemporanea. Tra i pezzi migliori, spiccano «Espansionauree di pessimismo ottimismo», capolavoro futurista di Giacomo Balla (stima: 400-600mila euro), la rara «Piazza Italia» di De Chirico (quotazione tra 320-420mila euro), un raffinato olio di Felice Casorati («Lo studio», stimato addirittura tra i 600mila e gli 800mila euro). Molte le firme del Novecento, a testimonianza di quanto sostengono gli addetti ai lavori, galleristi compresi: in tempi di crisi, gli acquisti diventano più riflessivi, si preferiscono «cavalli di razza» di comprovata bravura e si rischia meno sul contemporaneo. A Palazzo Clerici, sede milanese della casa d'aste inglese, si potranno ammirare fino a domenica (dalle 10 alle 19) i capolavori che andranno battuti, compresi i lotti dei dipinti antichi (in asta solo martedì) tra cui spiccano il cinquecentesco «Ritratto di gentiluomo con guanti» di Lorenzo Lotto e il seicentesco «Ritratto di Alessandro VII Chigi» di Pier Francesco Mola. «Sono opere degne di un museo che farebbero la gioia di ogni grande collezionista», commenta Marco Riccomini, direttore del dipartimento di dipinti e disegni antichi di Christie's. Ma davvero a Milano si respira fiducia per l'esito delle vendite? Risponde Mariolina Bassetti, direttore internazionale nel dipartimento di Post-War & Contemporary Art di Christie's: «Il mercato italiano ha un vantaggio rispetto a quello internazionale: è cresciuto più lentamente, ma con costanza». È un mercato stabile, con idee chiare, che sceglie opere moderne e contemporanee storicizzate, di sicuro valore e poco inclini alla speculazione.
Un dato di fatto dimostrato anche dalle scelte di due case d'aste italiane con quartier generale a Milano: da Finarte (il 18 dicembre a Palazzo Bossi) il «Teatrino» di Lucio Fontana è la star delle quotazioni mentre da Porro & C. Art Consulting (il 10 dicembre a Palazzo Durini) è la pittura otto-novecentesca la protagonista. Ma lo dimostra ancora di più l'accurata selezione dei lotti che martedì e mercoledì saranno battuti nell'asta di arte contemporanea da Sotheby's (a Palazzo Broggi, esposizione in questi giorni dalle 10 alle 19). Per la prima volta a Milano - come già accade a Londra e New York, e segno che la piazza meneghina sta conquistando sempre maggiore importanza - si presenta una vendita suddivisa in due giornate: le punte di diamante sono "Balfiore" di Giacomo Balla (opera valutata 350-550mila euro) e una strepitosa natura morta del '42 di Giorgio Morandi (stima 650-850mila euro).

In mostra anche "One Dollar" di Andy Warhol, il grande arazzo "Tutto" di Boetti (stima: 280-380mila euro) e diverse opere di artisti milanesi, tra cui la celebre "Merda d'artista" di Pietro Manzoni (stimata 80-100mila euro).

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