La quiete dopo la tempesta? Allindomani dello scioglimento del consiglio di amministrazione del Pio Albergo Trivulzio, latmosfera a Palazzo Marino è più rilassata. Nei corridoi del Comune la sensazione di avere gestito il caso Pat in maniera efficace, tempestiva e trasparente. Limmagine della Moratti «lady di ferro» è tornata quella delle donna inflessibile che non concede spazio alle opacità, nemmeno dei suoi uomini, cioè il presidente Trabucchi. Peccato però per quei due consiglieri (in quota Comune) «disobbedienti», che non hanno rassegnato le dimissioni, come il sindaco si sarebbe aspettato. Letizia Moratti ieri si è detta «dispiaciuta» del fatto che alcuni consiglieri non abbiano avuto la «sensibilità» di fare un passo indietro. La mancata firma del consigliere della Lega Marco Antonio Giacomoni e di Luca Storelli (ex An) «è una scelte individuale, che non ho condiviso. Ringrazio invece i consiglieri dimissionari - ha proseguito Letizia Moratti - sono particolarmente soddisfatta che ci sia stato questo passo indietro per dare allente la possibilità di recuperare unimmagine che è stata danneggiata». Sullo stesso tono le dichiarazioni del governatore, che ha lavorato dietro le quinte per fare pressing sul presidente Emilio Trabucchi: Formigoni si è detto «dispiaciuto, ma noto con piacere che i tre membri della Regione si sono tutti dimessi». Una sottolineatura, poco galante, per far pesare quanto il potere sui suoi uomini sia più forte di quello del sindaco.
Nella nota del presidente però si coglie qualcosa di vero: sembra, infatti, che le mancate dimissioni di Luca Storelli vadano lette come un segnale di malcontento indirizzato al sindaco. Tradotto: farle un dispetto. Si dice che Storelli, infatti, consigliere con delega al bilancio, abbia lavorato molto e con impegno per far quadrare i bilanci di via Marostica. Un lavoro svolto nellombra: sembra che il sindaco non si sia interessato del Pat, ad eccezione di qualche inaugurazione, fino a qualche giorno fa. Nessun ringraziamento. Qualche giorno fa dal sindaco arriva lordine di dimettersi. Storelli disobbedisce. Non era necessario - il pensiero mal pancista che serpeggia tra le file del partito - sciogliere tutto il cda, sarebbe bastato pretendere un passo indietro dal solo presidente. Ecco allora il sospetto che loperazione sia stata gestita per ritarare gli equilibri allinterno del cda. Non a caso se ne riparlerà dopo le elezioni, a fronte anche dei nuovi equilibri elettorali.
Laltro consigliere disobbediente è Marco Antonio Giacomoni, (Lega), che ha spiegato di non essersi dimesso perchè «senza colpa». La calma che si respira a palazzo, però, ha più che altro il sapore della quiete prima della tempesta, la lotta tra alleati, Pdl e Lega che non sembrano risparmiarsi i colpi. Al Pdl non è andata giù luscita di Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio - «il sindaco metta ordine in quella porcilaia»- dal momento che la Lega ha un consigliere, Giacomoni, nel board. «Quando si ha avuto, come ha avuto il Carroccio, ben 17 membri nei Cda del Pio Albergo Trivulzio e nellistituto Golgi Redaelli è poco credibile chiamarsi fuori da ogni responsabilità - tuona il vicesindaco Riccardo de Corato -. Solo al Pat, nel periodo in cui il Carroccio aveva un proprio nominato nel consiglio di amministrazione, ovvero dal 94 al al 98 e dal 2004 a oggi, sono stati stilati 468 contratti sui 1064 complessivi, ovvero il 44%. Dunque metà della porcilaia è stata prodotta sotto il naso del Carroccio che non ha subodorato nulla».
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