Le case automobilistiche, almeno quelle estere che importano i loro veicoli in Italia, si preparano a una nuova battaglia. Seppur a fatica, i costruttori che fanno capo allUnrae, lassociazione che li riunisce nel nostro Paese, cominciano a rendersi conto che gli incentivi alla rottamazione non saranno più proposti. Da qui il deciso cambio di strategia allorizzonte: dalle lamentele alle proposte, con la volontà di chiedere al governo il mantenimento degli impegni presi. In particolare, quello relativo alleliminazione del bollo, ovvero della tassa di proprietà sullauto, seguendo in pratica lesempio francese.
«A Parigi - spiega il direttore generale Gianni Filipponi - da anni lautomobilista privato non paga più il bollo. E ora, nel momento in cui a Palazzo Chigi si stanno verificando i punti programmatici da proporre a fine mese, è importante che il governo vi inserisca anche quello sulla tassa di proprietà». In questo modo, secondo gli importatori (allUnrae aderiscono 48 aziende per un fatturato di 44,1 miliardi, con 96mila occupati, compresi gli impiegati nelle reti di vendita e nelle officine) il mercato dellauto, in piena crisi, riceverebbe un salutare scossone e, gradualmente, si disintossicherebbe dolla droga incentivi.
Tolto il bollo, provvedimento che si inserisce negli interventi strutturali chiesti da tempo dai costruttori, gli automobilisti ritroverebbero così la strada delle concessionarie e, tra promozioni e sconti vari, avrebbero un motivo in più per acquistare una nuova automobile, a tutto beneficio della sicurezza e dellambiente. «Le istituzioni - aggiunge Filipponi - devono cercare di rendere meno difficile la vita dellautomobilista».
Che la strada degli incentivi sia superata e, nel medio termine dannosa, ne è convinto Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat. «Stiamo pagando - ha rilevato il top manager laltro giorno al termine dellassemblea sullo scorporo del gruppo - una domanda spinta a livelli oltre il naturale».
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