Case, nuovo ko Mercati in calo

da Milano

Il dato di venerdì scorso sulle vendite negli Stati Uniti di case esistenti, cresciute inaspettatamente del 3,9% in febbraio, non aveva illuso nessuno. Con l’inizio della settimana, la crisi del settore immobiliare è tornata a essere di stretta attualità, alimentando ancora una volta i timori sulla sostenibilità del ciclo economico Usa. Soprattutto se le difficoltà in cui versa il settore dei mutui subprime, quelli cioè concessi alla clientela in grado di offrire minori garanzie, dovessero peggiorare. Anche se secondo Michael Moscow, presidente della Federal Reserve di Chicago, il problema rimane comunque circoscritto e «il comparto immobiliare sta riprendendo quota», ieri i mercati hanno reagito male, una volta giunta la notizia che le vendite di nuove abitazioni sono scese in febbraio del 3,9%, ai più bassi livelli degli ultimi sette anni. Il dollaro è sceso nei confronti dell’euro fino a quota 1,3334, mentre l’input ribassista partito da Wall Street si è esteso nel pomeriggio anche all’Europa, dove gli indici hanno lasciato sul terreno l’1% circa.

Le preoccupazioni legate all’eventualità che la fase critica del mercato del mattone possa estendersi anche ad altre aree sembrano, insomma, prevalere sulle sempre maggiori probabilità che il numero uno della Fed, Ben Bernanke (atteso domani al Congresso per un’audizione), riduca i tassi dopo aver eliminato nell’ultima comunicato del Fomc ogni riferimento a «un rafforzamento ulteriore» del costo del denaro.

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