Casilino 900, sgombero in ritardo

Casilino 900, sgombero in ritardo

«Caro Pecoraro...». Scrivono al prefetto i comitati di quartiere, stanchi delle promesse. Lo sgombero di Casilino 900 assomiglia ogni giorno di più a una telenovela. Di quelle che rimandano ogni volta alla puntata successiva. Sempre più a dura prova, intanto, la pazienza dei residenti. «Gli zingari sono lì, a Casilino 900, da trent’anni - tuona Bruno Di Venuta, presidente del comitato di quartiere Torre Spaccata -. Basta! Non ne possiamo più».
E i programmi, il Piano nomadi, le scadenze? «Caro Pecoraro, ricorda la promessa del 13 luglio 2009?» scrive il comitato di quartiere Torrespaccata in una lettera inviata ieri al prefetto di Roma e per conoscenza al sindaco Gianni Alemanno. «Mi rendo conto che voi cittadini siete vittime delle troppe promesse - ammetteva quel giorno Pecoraro - è giustificata la vostra diffidenza. Ma io oggi vi posso dire che siamo a buon punto. Entro settembre-ottobre, il 50% del Casilino 900 sarà delocalizzato nei quattro campi che stiamo predisponendo per l’accoglienza di 400 rom». Così il prefetto il 13 luglio nell’incontro al cinema Broadway di via dei Narcisi a Centocelle con i residenti.
Parole e concetti ribaditi il 31 luglio al campo rom di Salone, nel presentare ufficialmente il Piano nomadi: «Entro ottobre Casilino 900, La Martora e Tor de’ Cenci saranno tagliati della metà». Tre mesi dopo, nulla di fatto. L’altro ieri il sindaco ha annunciato lo sgombero di Casilino 900 per gennaio.
L’ennesima doccia gelata. Ma il commissario straordinario all’emergenza nomadi, il prefetto Pecoraro, uomo di fatti, da cui dipende ogni decisione, che dice? Per ora, silenzio. L'ennesimo. «Come le date e le promesse a ripetizione del sindaco Alemanno (lo sgombero entro dicembre 2008, gennaio 2009, aprile 2009...), anche le date del prefetto sono state disattese - scrive nella lettera il comitato Torre Spaccata - Tutti i ritardi sono sempre stati giustificati tirando fuori dal cilindro argomenti diversi: l’attesa della chiusura delle scuole, poi i censimenti, adesso vorrebbero farci credere che tutto dipende dal pacchetto sicurezza varato dal Governo...».
E nel frattempo, al danno si aggiunge la beffa. Arrivano altri nomadi. Casilino 900 (circa 800 rom) si moltiplica per due. Anzi per tre. Alle spalle e di lato sono sorti altri insediamenti abusivi. Uno in via Papiria (300 presenze) e uno in via degli Angeli (400). In tutto i rom nella zona sono ora circa 1.500. E giorno dopo giorno spuntano altre roulottes.
Casilino 900 si trova nell’area archeologica dell’ex aeroporto di Centocelle. Nel 2007 l’area è stata trasformata nel parco di Centocelle. Dopo un solo anno, però, il parco è stato chiuso per motivi di sicurezza legati alla presenza dei nomadi. Oggi il degrado è ulteriormente aumentato.
«Fino a luglio 2008 avevamo un solo insediamento abusivo, - contesta il comitato di Torre Spaccata, - Oggi ne abbiamo tre e il parco è inutilizzabile. Come mai non si è fatto niente per impedire questi nuovi insediamenti? Come mai tutti i rom sgomberati si dirigono qui? Forse - si chiedono gli abitanti - questa è l’area dove sorgerà uno dei nuovi campi autorizzati?». Domanda diretta. Vedremo se ci sarà risposta.


Sulla vicenda interviene anche Fabrizio Santori, presidente della commissione sicurezza del Comune: «L’insediamento nel Canalone adiacente all’aeroporto (l’ex aerea del Casilino 700 sgomberato nel 1999) e l’ultima baraccopoli di via Papiria rappresentano una grave situazione di degrado. La presenza di una discarica a cielo aperto, brulicante di topi e piena di enormi cumuli d’immondizia, contribuisce a rendere la zona insicura. Ormai la tensione sociale è a livelli di guardia» conclude Santori.

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