(...) mercoledì scorso, con una lettera indirizzata al capogruppo azzurro alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Motivando il cambio di appartenenza con lesigenza di «una politica diversa, basata sul confronto e non sullimposizione» perché «avverto un disagio crescente che non mi permette di vivere più serenamente la mia vita politica. Ho sperato nel Pdl, ma ho dovuto amaramente constatare che nellorganizzazione del partito della mia regione, non solo non cera alcuna libertà, ma dominavano e dominano cinismo e arroganza». E aggiunge: «Le mie origini democristiane si erano ritrovate in Forza Italia, un partito che ho molto amato perché era movimento di massa, capace di confrontarsi con gli elettori. Purtroppo non ho ritrovato queste forme nel Pdl». Nel mirino non cè il ministro Scajola: «Vedo che è rimasto amareggiato e lo capisco. Lo ringrazio della opportunità che mi ha dato. Però lui conosce le ragioni che mi hanno spinto, alcune le conosce molto bene e non sono accuse rivolte a lui». Una linea condivisa dal coordinatore uscente del Pdl Giovanni Boitano, nominato subito commissario dellUdc per la provincia genovese: «In questo pasticcio, ho preferito aderire allUdc. La mia è una scelta maturata dal fatto che è necessaria una classe politica dirigente radicata sul territorio». Boitano tesse poi le «innumerevoli» lodi di Casini: «Sono convinto che la Liguria risponderà bene, avendo un parlamentare importante come Casini, uno dei migliori presidenti che la Camera abbia mai avuto». Sorride compiaciuto e si sfrega le mani, appagato, per linaspettato voltagabbana dei due liguri, Pierferdy, che commenta: «Questi amici lasciano un partito al governo che ha potere, per uno che non ne ha. È un piccolo inizio di smottamento, un granello di sabbia che va da un partito grande a uno piccolo. Una lontananza dal potere che deve far riflettere». E in vista delle prossime elezioni regionali liguri del 2010, Casini puntualizza: «Senza di noi, non si vince. LUdc è decisivo per Liguria e parleremo della sua discontinuità negli stati generali a ottobre». Inoltre il leader dellUdc parla dell'esigenza di un «partito nazionale» e punta il dito contro la politica «che deve recuperare la sua dignità, mentre invece si sta spezzettando in piccoli rivoli corporativi, ben lontani da un disegno generale. Sono molto preoccupato per le sorti della Repubblica e del nostro Paese - prosegue - in cui nascono gruppi a cui lesecutivo si sottomette.
Non si può usare potere politico per comporre finte unità politiche e clientelismo». Dal canto suo, Monteleone precisa che quella di Mondello e Boitano «non è una campagna acquisti, ma lesigenza di trovare una classe dirigente sul territorio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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