da Roma
«Parole inqualificabili». Silvio Berlusconi preferisce tagliare corto davanti a quello che è apparso come uno sgradevole déjà vu: Luciano Violante che lancia accuse generiche su presunte collusioni mafiose che interessano uomini vicini al premier. Violante lo aveva già fatto nel 94 prima delle elezioni e ora rilancia la stessa accusa quando mancano poco più di due settimane alla scadenza elettorale. Il presidente del Consiglio preferisce non scendere nel merito e si limita a liquidare le parole dellesponente della Quercia come «inqualificabili».
A sostegno del premier interviene il presidente della Camera, Pierferdinando Casini che invita il leader dellUnione, Romano Prodi, a dire ai suoi nel centrosinistra di evitare accuse come quelle di «mafioso» rivolte da Violante a Berlusconi. «Bisogna che Prodi entri nellordine di idee di spiegare ai suoi che la campagna elettorale non si può fare con questi toni di inciviltà - dichiara Casini -. Dare del mafioso al presidente del Consiglio è pura irresponsabilità».
Una ferma condanna per le parole di Violante arriva anche dal presidente del Senato, Marcello Pera, che parla di «insinuazioni inaccettabili». Pera confessa il suo stupore per il fatto che «Violante a dodici anni dalle vicende del 1994, usi ancora un argomento così denigratorio, proprio considerando che cosa ha rappresentato e soprattutto ciò che aveva fatto lui come presidente della Commissione antimafia: non avrebbe dovuto farlo».
Durissimo il presidente della commissione Esteri della Camera, Gustavo Selva di Alleanza nazionale che definisce lex presidente della Commissione Antimafia uno «scienziato della calunnia giudiziaria applicata agli avversari politici, oggi Berlusconi, domani Fini o Casini soprattutto se diventassero presidenti del Consiglio». Il segretario dellUdc, Lorenzo Cesa chiede a tutti toni più moderati. «Dire che Berlusconi avesse connivenze con la mafia - sottolinea Cesa - significa che cè veramente unesasperazione che non permette poi di parlare alla gente dei problemi che li riguarda».
E le critiche alluscita infelice di Violante arrivano anche da sinistra. Il primo a stigmatizzare le dichiarazioni del capogruppo ds alla Camera è il socialista Enrico Boselli: «Violante ha sbagliato - dice Boselli -. Questa polemica per quanto motivata almeno nelle intenzioni rischia di trasformarsi in un boomerang». Il rischio infatti, aggiunge il leader della Rosa nel Pugno è quello di «consentire al premier di parlare daltro» e di dargli una mano nel presentarsi come «vittima di chissà quale congiura». Boselli sembra essere lunico a rendersi conto che quello di Violante rischia di trasformarsi in un autogol.
Secondo il leader della Quercia, Piero Fassino, le parole di Violante sono state strumentalizzate perché lui «si è limitato a richiamare fatti ed episodi noti». Per Francesco Rutelli la scelta sbagliata è di Violante. «Qualche volta in campagna elettorale può capitare che uno tra centinaia di dichiarazioni dica quello che pensa ma che è meglio non pronunciare in pubblico», sostiene il leader della Margherita che però poi non resiste e rilancia nuove accuse contro il premier. «Ma quando Berlusconi dice che lUnione minaccia la sicurezza, o che vuole tassare i Bot fa peggio», sostiene. Per Rutelli insomma accusare il proprio avversario politico di voler aumentare le tasse è molto più grave che accusarlo di essere mafioso.
A Rutelli risponde il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli: «Il candidato premier del centrosinistra fa la faccia buona offrendo la carota, e gli sgherri sinistrorsi mostrano invece i muscoli in piazza brandendo il bastone. Visto che dinanzi a gravi episodi frutto dintolleranza politica Prodi risponde in maniera sorniona e lUnione intera non mostra alcun segno di vita Berlusconi ha invece ragione nelle sue denunce». A tarda sera, Violante capisce di aver preso una cantonata e rettifica: «Non intendo esasperare tensioni tra le coalizioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.