Casini: «A Genova voglio tutti soldati Basta colonnelli»

Il leader Udc punta tutto sulle urne Il 22 torna per una mega convention Ma negli stessi giorni c’è anche Follini

Casini: «A Genova voglio tutti soldati Basta colonnelli»

Resta sul tavolo di Pier Ferdinando Casini il caso Genova. Il leader dell’Udc è come un mastino che non mollerà la presa. Mercoledì è venuto sotto la Lanterna a galvanizzare i suoi, il giorno dopo, ieri, la Lanterna se l’è portata a Roma, convocando il vicecommissario provinciale Umberto Calcagno.
La premessa è chiara. La città sarà test nazionale alle prossime amministrative, per tutti e in particolare per l’Udc, che qui si gioca un pezzo di vita: crescere significherà che l’elettorato ha capito quel progetto di «un’altra opposizione è possibile» che il partito sta portando avanti in un duro scontro con il resto della Casa delle Libertà. Una bocciatura alle urne invece potrebbe far deflagrare gli equilibri centristi, già messi a rischio dalle folliniane mosse, e costringere a un cambiamento di rotta. Solo che qui il partito va a elezioni forte di un sei per cento conquistato alle ultime politiche, vero, ma indebolito da una classe dirigente locale litigiosa e fino a qui più attenta alle lotte di potere interne che alle sfide sul territorio.
Così il Casini genovese, a pranzo con i suoi dopo la presentazione del capolista d’eccezione Vincenzo Lorenzelli, è stato tanto chiaro da esser ruvido: «Da qui in poi non accetto più divisioni. Non ci saranno primedonne, non ci saranno conte interne, sarete tutti soldati senza che ci siano colonnelli». Il tutto, par di capire, con il rischio che saltino teste e ruoli ai congressi, che dovranno tenersi entro giugno, subito dopo il voto: dopo che già la segreteria provinciale è stata commissariata, in caso di capitomboli un “uomo della ricostruzione” potrebbe arrivare da Roma anche per la segreteria regionale.
E allora crescere, crescere, crescere: «Vi chiedo un sacrificio - ha detto Casini -. Io stesso lo farò, venendo a Genova il più spesso possibile». Ogni venti giorni ci sarà un leader nazionale nel capoluogo ligure, la prossima data, fissata ieri, è una conferma del ritmo che si vuole mantenere: il 22 marzo si terrà una convention nazionale del partito, presenti Casini il leader e Lorenzo Cesa il segretario. Il titolo è tutto un programma, anzi, è il programma: «L’Udc per Genova guardando al futuro», là dove, appunto, il futuro dell’Udc passa, anche, dal risultato elettorale genovese. I dettagli sono da definire, la sede sarà forse il teatro della Gioventù, l’occasione potrebbe esser propizia per invitare e presentare i candidati sindaco e presidente della Provincia della CdL Enrico Musso e Renata Oliveri. Di certo l’iniziativa sarà aperta ai cittadini e alle associazioni, e di certo l’Udc non si risparmierà.
Ieri è stato l’incontro romano fra Casini, Cesa e Calcagno a definire le modalità di una mobilitazione totale: impegno a tappeto anche negli altri comuni che vanno al voto, da Rapallo a Chiavari ad Arenzano. Una nuova sede del partito in via Venti Settembre. E che non si badi a spese, la segreteria romana dà piena disponibilità sul piano economico. E poi le candidature. «Vi voglio tutti in lista» ha detto Casini l’altro giorno. Una «chiamata» per la quale si è già mosso Calcagno, che l’altro giorno, al termine della presentazione di Lorenzelli, a Casini ha presentato un altro candidato forte, legato alla vecchia Dc, nome di sicuro richiamo.
In verità, dell’incontro di ieri c’è anche un’altra lettura. Dicono i maligni che sia stato Calcagno, “uomo di Cesa”, a chiederlo con insistenza, per riaffermare il concetto che a Genova è lui l’interlocutore, insieme al commissario Giuseppe Naro, soprattutto dopo che Vittorio Adolfo il segretario regionale è diventato parlamentare, impegno che lo tiene spesso lontano dalla Liguria. Lui e non, tanto per dire, quel Nicola Abbundo che, ex Forza Italia, in un batter d’occhio è diventato capogruppo in Regione al posto di Fabio Broglia, passato all’Italia di mezzo di Marco Follini. Non a caso ieri Calcagno, nel ribadire, certo, che «le divisioni io sono anni che dico che devono finire», al termine del vertice l’ha messa così, nero su bianco: «È stato un incontro importante che mi pone in una posizione di grande responsabilità rispetto agli impegni sia politici sia organizzativi del partito. Ogni decisione sarà ovviamente discussa e portata avanti con il senatore Naro».

Ma anche Abbundo ieri ha fatto dichiarazioni distensive: «Metteremo da parte inutili divisioni, abbiamo il solo obiettivo di crescere». File serrate dunque, ed è opportuno. Se il 22 torna Casini, negli stessi giorni a Genova arriva anche Follini.

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