Casini opportunista: "l'anomalia" Fini gli conviene

Il presidente della Camera così attivo nella vita politica diventa un fatto "quasi trascurabile". Stanchi di stare all’opposizione, i centristi tollerano qualsiasi cosa pur di disarcionare Silvio

Casini opportunista: "l'anomalia" Fini gli conviene

Roma - A Pier Ferdinando Casini piace «anomalo». Cosa? Il presi­dente della Camera! Al leader del­l’Udc non vanno bene statisti palu­dati alla Enrico De Nicola o alla Giovanni Gronchi. Preferisce Gianfranco Fini, che dal martedì al giovedì presiede l’Aula e dal ve­nerdì al lunedì dà il tormento al presidente del Consiglio.

«Certamente è un po’ un’ano­malia il fatto che il presidente del­la Camera partecipi in questo mo­do alla vita politica - ha detto ieri Casini a Sky Tg 24- ma rispetto alle anomalie che ci sono in Italia in questo momento direi che è quasi trascurabile». Insomma, per il nu­mero uno dell’Udc è «trascurabi­le » che, in caso di consultazioni al Quirinale, Gianfranco Fini possa colloquiare due volte con il presi­dente della Repubblica. La prima nella veste istituzionale di terza ca­rica dello Stato e la seconda come capo «indiscusso» di Fli. Evidentemente per Casini le «anomalie che ci sono in Italia» so­no ben peggiori rispetto alle mara­chelle del presidente della Came­ra che un giorno siede compunto sul suo scranno e quello successi­vo annuncia che «il governo non c’è più» e che Berlusconi farebbe meglio a sloggiare. D’altronde per l’udiccino il Cavaliere sarebbe«da 118» anche se il 14 dicembre otte­nesse una fiducia risicata. Ecco nella prospettiva di disar­cionare con una manovra di palaz­zo il legittimo vincitore delle ele­zioni politiche, Silvio Berlusconi, Casini può anche accettare l’«ano­malia » Fini, ovvero l’opportuni­smo di un politico che ha rinnega­to tutte le scelte fatte in passato e si è circondato di un manipolo di de­putati eletti in Parlamento grazie al nome Berlusconi sul simbolo. È riuscito a passar sopra anche al fat­to che nel 2008 fu Fini a escludere l’Udc da un accordo col Pdl pena la corsa solitaria di An. Casini ha dimenticato tutto que­sto e ha accettato l’«anomalia» di un presidente della Camera che esterna ogni cinque minuti d’oro­logio­e fornisce le esegesi quirinali­zie in tempo reale irritando il presi­dente della Repubblica. Probabil­mente lo avrà giustificato ritenen­do che a Fini manchi un «guastato­re » dello spessore di Marco Folli­ni, ventriloquo casiniano e serpe in seno dei governi Berlusconi dal 2001 al 2006. L’Udc può accettare questa «anomalia» perché è tediata dallo stare continuamente all’opposi­zione e quindi, infischiandosene dei richiami della Chiesa, può cat­tolicamente tollerare di allearsi con un eutanasista e un pro-gay convinto come Fini. E un perdono cristiano si può indirizzare a due o tre piccole manchevolezze del nu­mero uno di Fli, come l’aver sven­duto al «cognato» un immobile monegasco di An, aver raccoman­dato la «suocera» in Rai e aver im­posto ad An di acquistargli il Bmw di servizio (salvo restituirlo). Su tutte queste «trascurabili ano­malie »l’Udc e Pier Ferdinando Ca­sini possono chiudere un occhio perché c’è da cancellarne una più grande: Berlusconi, colui che ha sbarrato la strada per il governo al­la sinistra. Quella stessa sinistra ex comunista con la quale gli udicci­ni siedono fianco a fianco in alcu­ni consigli regionali, provinciali e comunali.

Se Don Camillo e Pep­pone possono stare assieme per­ché non imbarcare pure chi defini­va Mussolini «grande statista», vo­leva il presidenzialismo e ora inse­gue il modello tedesco dell’Udc perché col maggioritario vincereb­be sempre Silvio. Che l’Italia pos­sa fare la fine di Grecia e Irlanda non interessa, per il governissimo vale tutto. Anche «un’anomalia».

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