Caso Abu Omar, il governo contro la Procura di Milano

da Roma

Il governo ricorre ancora una volta alla Corte costituzionale per bloccare il procedimento sul rapimento di Abu Omar. Mercoledì scorso, infatti, l’Avvocatura dello Stato ha depositato il secondo ricorso per violazione del segreto di Stato da parte della magistratura di Milano e conflitto tra poteri chiedendo l’annullamento dell’ordinanza con cui il Gup di Milano, lo scorso 16 febbraio, ha rinviato a giudizio 33 persone, tra cui l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e 26 agenti della Cia.
Il ricorso, scritto dall’avvocato dello Stato Francesco Ignazio Caramazza, ripercorrerebbe i motivi del primo conflitto presentato dal governo alla Consulta lo scorso 15 febbraio contro la procura di Milano sempre per violazione del segreto di Stato. Il Gup di Milano - secondo l’Avvocatura - avrebbe infatti potuto decidere il rinvio a giudizio di Pollari e degli altri 32 imputati sulla base di elementi diversi da quelli prodotti dalla procura di Milano violando il segreto di Stato. Sulla scorta di questa argomentazione, il governo Prodi chiede dunque l’annullamento dell’ordinanza di rinvio a giudizio. L’ammissibilità del ricorso verrà presumibilmente discussa dai giudici della Consulta il prossimo 18 aprile, assieme al primo conflitto sollevato dal governo. Se passerà il vaglio preventivo della Corte, la questione sarà invece decisa nel merito molto probabilmente dopo l’estate (giudice relatore sarà il vicepresidente Giovanni Maria Flick).
Secondo quanto si è appreso, nei ricorsi alla Consulta il governo sostiene che la magistratura di Milano, nell’indagare sul sequestro di Abu Omar, avrebbe violato il segreto di Stato intercettando i telefoni cellulari di 180 agenti del Sismi e svelando l’identità di 85 spie italiane e straniere; avrebbe utilizzato integralmente un documento sequestrato nell’ufficio romano del Sismi gestito da Pio Pompa nonostante il Servizio segreto militare avesse già trasmesso lo stesso documento con alcuni passaggi «oscurati» perché riservati e dunque coperti dal segreto di Stato. Violando l’identità di 85 agenti e acquisendo elementi riguardanti la struttura del Sismi con agenti segreti stranieri, la procura di Milano (ma a questo punto anche il Gup che ha disposto il rinvio a giudizio) hanno violato - secondo il governo Prodi - il principio di leale collaborazione tra poteri.
Sulla decisione dell’esecutivo non entra nel merito il gup di Milano Caterina Interlandi che lo scorso febbraio rinviò a giudizio 33 persone in relazione al rapimento di Abu Omar. «Sono serena sulla mia decisione. In ogni caso - spiega il magistrato - sarò contenta se questo mi offrirà l’occasione per interloquire sulla questione». Parla di «mossa» a sorpresa, invece, Luigi Panella, uno dei legali dell’ex capo del controspionaggio, Marco Mancini, che aveva invocato il segreto di Stato in diverse fasi dell’inchiesta. «Rispetteremo la decisione della Consulta, qualunque essa sia», spiega l’avvocato.


Sulla vicenda Abu Omar, in serata è intervenuto anche l’ex premier Silvio Berlusconi: «Rispetto agli altri servizi di sicurezza nel mondo», ha detto, «ora il nostro Paese è assolutamente isolato. L’Italia è diventata inaffidabile».

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