Flavio Briatore non parla. Segno che si sta organizzando per la controffensiva. Si dice sia tranquillo, serenamente incacchiato, ma tranquillo. Merito dei giorni che passano e della pubblicazione ultima dei documenti in mano alla Fia. Dovevano inchiodarlo e invece hanno laria e il sapore di un harakiri di Mosley. A questo punto una sola cosa è certa: quando tutto sarà finito, arriveranno nellordine un gran sospiro, un gran sorriso e una festa molto billionaire.
La sequenza di prove sembra sempre più debole: lunedì il verdetto per lincidente di Singapore basato sulle confessioni di un pilota; martedì i documenti della sentenza da cui si scopre che lindagine interna della Renault (quella che secondo Mosley avrebbe portato alle stesse conclusioni della Fia) poggia su un fantomatico mister X che in veste di gola profonda ha confermato solo che fu Piquet junior a suggerire al direttore tecnico Symonds un possibile incidente. Non solo: ieri, il vice presidente Fia, Mohammed Ben Sulayem, ha offerto un involontario assist a Briatore: «Abbiamo negoziato ogni cosa prima del consiglio mondiale», ha detto riferendosi a Fia e Renault.
Per questo, se da una parte la Casa francese ritira la causa a carico dei Piquet e nomina il sostituto dellitaliano, Bob Bell, Briatore affilerà presto le armi pronto a estendere le cause alla Fia e a Mosley (oltre che ai Piquet). Davanti a un tribunale civile, difficilmente i bla bla di Nelsinho e gole profonde troveranno credito. Piuttosto, diventeranno motivo per chiedere danni.
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