«Abbiamo bisogno di persone che abbattono i muri, non che li costruiscono». La curia di Milano non perde loccasione di indottrinare i politici presenti alla messa del sabato pomeriggio in Duomo. Arrivano il ministro Ignazio La Russa, il vicesindaco Riccardo De Corato, il candidato a presidente della Provincia, Guido Podestà. E monsignor Luigi Manganini, arciprete del Duomo e vicario della Diocesi, si lancia in unomelia che condanna le guerre sante, invita allo «spirito di dialogo» e allapertura di nuove moschee, sulla linea di quanto proposto dallarcivescovo, Dionigi Tettamanzi, già nel discorso di SantAmbrogio, che si celebra il 7 dicembre. «Sono tempi difficili e conflittuali, il Duomo è al centro di attenzioni molteplici, si usano le parole come lame e come coltelli. Dopo duemila anni sembra che nulla sia cambiato, siamo ancora agli scontri tra civiltà e religioni» lamenta Manganini. «Non intendiamo svendere la nostra fede cristiana a nessuno, la difenderemo fino alla morte» promette larciprete che il giorno della preghiera islamica sul sagrato del Duomo aveva fatto chiudere i portoni della cattedrale.
E però «chi nega il diritto ad avere un luogo legittimo per la preghiera compie un gesto estraneo alla logica cristiana, la quale può chiedere, ma non pretendere la reciprocità». Insomma, moschee per i musulmani senza aspettarsi chiese in cambio. E se pregano in Duomo, Manganini cita Isaia: «A lui accorrono nazioni che non lo conoscevano».IL CASO La Curia insiste: «Diamogli altre moschee»
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