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Caso Lusi, la sinistra trema

Gli inquirenti vogliono verificare se vi siano state altre appropriazioni illecite dai fondi della Margherita. Prelevare denaro dalle casse del partito era la prassi? Al setaccio tutti  documenti contabili. Saranno ascoltati altri parlamentari, tra cui Lusetti e Carra, che contestarono la validità dei rendiconti presentati dal tesoriere. Rutelli: "Avevo piena fiducia in Lusi. Quante volte ho litigato con lui perché si rifiutava di pagare un pony express per una consegna"

Caso Lusi, la sinistra trema

Il "caso Lusi" rischia di allargarsi. Gli inquirenti vogliono capire se altri esponenti della Margherita fossero a conoscenza della gestione dei fondi da parte del tesoriere del partito, il senatore del Pd Luigi Lusi. Le indagini proseguono a tutto campo anche se al momento Lusi è l’unico iscritto nel registro degli indagati. Intanto la procura di Roma ha avviato un nuovo filone di indagine per verificare se vi siano state altre appropriazioni illecite. Per scoprirlo i documenti contabili del partito saranno passati al setaccio.

La procura sentirà altri parlamentari: tra questi Renzo Lusetti, Enzo Carra e tutti gli altri firmatari del ricorso, presentato al tribunale civile di Roma, per impugnare la validità dei rendiconti per il periodo 2009-2010. I pm vogliono chiarire meglio gli aspetti legati all’appropriazione dei 13 milioni di euro dalle casse della Margherita da parte di Lusi. Il ricorso, com'è noto, era stato presentato per contestare la regolarità dell’approvazione del rendiconto.

Il Pd decide lunedì

Si riuniranno lunedì i garanti del Partito Democratico per decidere quali provvedimenti adottare nei confronti di Lusi, indagato per appropriazione indebita e temporaneamente sospeso dal partito (è stato anche espulso dal gruppo del Pd a Palazzo Madama).

Niente scudo fiscale

Lusi non ha mai usufruito dello scudo fiscale per far rientrare in Italia i soldi. Lo ha detto il difensore del parlamentare, l’avvocato Luca Petrucci. "Il mio assistito - ha riferito l'avvocato - ha spiegato tutto ai magistrati. Ora corrono tante notizie che non corrispondono alla realtà, in particolare che ha usufruito della legge sullo scudo fiscale per far rientrare in Italia i soldi della Margherita o che abbia mai scritto una lettera alla senatrice Finocchiaro con la quale le preannuncia che avrebbero dovuto espellere diversi altri senatori del Pd".

Rutelli: Lusi dottor Jekyll e Mr. Hyde

"La mia onestà personale è la ragione della mia vita e io mi batterò per questo", ha detto Francesco Rutelli a Otto e mezzo, su La7. Poi ha definito il caso Lusi una "vicenda orribile che colpisce e ferisce in modo drammatico, noi e i 9 milioni di elettori della Margherita" che sono giustamente "avvelenati". "Noi avevamo una fiducia piena in Lusi - ha detto ancora Rutelli -.  La sua è stata una gestione ultratrasparente. Si è rivelato un dottor Jekyll e mister Hyde".

"È un furto, è evidente" e "quando succedono queste cose è evidente che sei stato fregato, che siamo stati ingannati". Rutelli ribadisce che aveva piena fiducia del suo tesoriere e l'aveva anche nel momento in cui guardava i bilanci della Margherita: "Le discussioni più ripetute con Lusi le ho avute quando lui si rifiutava di pagare un pony per una consegna o litigavo con deputati cui lui negava il rimborso dell'albergo. Era un rompiscatole" dice Rutelli.

Quattro livelli di controllo

Rutelli è un fiume in piena. "Quando mi si dice - come hai fatto a non vedere? - il fatto è che c'è una cultura in cui il capo del partito è anche quello che ha la cassa, mentre la mia è una cultura fatta di passione e così, quando hai instaurato quattro livelli di controllo e succedono queste cose, ti senti fregato". Quattro livelli: i revisori dei conti, il comitato di tesoreria, l'assemblea federale, e il controllo finale della Camera: "Tutti sono stati elusi". Solo "il quinto controllo", quello della magistratura, ha centrato "il bersaglio".

"Sono assolutamente tranquillo"

Rutelli è turbato. Eppure ostenta tranquillità. "Perchè non dovrei essere tranquillo? Io sono pronto a forinire a chiunque i chiarimenti e i documenti che si riterranno utili. Sono stato io a chiarire in una giornata l'intera vicenda". Il leader dell'Api si autodefinisce un "politico tracciabile" che pubblica ogni tre mesi sulla sua pagina Facebook il proprio estratto conto. L'ultimo lo ha portato in trasmissione e lasciato a Lilli Gruber. "Sono in parlamento dal 1983. Ma non mi sono arricchito. Non ho case all'estero, né barche. Vivo nella casa costruita da mio padre".

Intanto si apprende che la proposta avanzata dai legali di Lusi di una fideiussione di 5 milioni di euro come "caparra" dei 13 che l’ex-tesoriere si è impegnato a restituire, non va bene.

Servono maggiori garanzie e, a quanto risulta, Lusi dovrebbe mettere sul piatto anche gli immobili acquistati con i soldi sottratti al partito.

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