Caso Maria, ispezioni Ue negli orfanotrofi bielorussi

La Commissione Europea annuncia «verifiche sul luogo» dopo la denuncia dell’onorevole Mauro Il comitato di Cogoleto a Strasburgo

Caso Maria, ispezioni Ue negli orfanotrofi bielorussi

La Commissione Europea «verificherà come esaminare sul luogo, in modo concreto, e in relazione con gli Stati membri e le organizzazioni internazionali specializzate, la situazione specifica dei bambini negli orfanotrofi bielorussi». Lo scrive il commissario Franco Frattini all’onorevole Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo che aveva chiesto a Bruxelles di intervenire sul caso di Maria, la bambina rimpatriata a forza in attesa della pronuncia della corte d’appello di Genova e strappata ai coniugi Giusto di Cogoleto con i quali lei voleva restare dopo aver denunciato (e dimostrato) le violenze subite nell’orfanotrofio bielorusso.
Non solo. L’europarlamentare di Forza Italia ha anche deciso di portare a Strasburgo una delegazione del comitato «Difendiamo Maria» sorto a Cogoleto. Il 12 dicembre, spiega Mario Mauro, «in concomitanza con l’assegnazione del premio Sakharov al leader dell’opposizione bielorussa, Alexander Milinkevich, organizzeremo una conferenza stampa per chiedere che anche il Parlamento europeo si muova in difesa dei bambini bielorussi. A questo evento ha già dato il suo sostegno uno schieramento trasversale composto dall’onorevole Cristiana Muscardini (An), e dai parlamentari italiani Mario Segni e Furio Colombo (Ds), fondatori del “comitato per Maria”. Si tratta di segnali importanti per non dimenticare una vicenda che non può essere trascurata».


La questione dell’eventuale adozione di Maria resta un problema che possono risolvere solo i due stati sovrani, l’Italia e la Bielorussia, ma la presa di posizione della Commissione Europea potrebbe fare sul governo di Minsk quelle pressioni che i ministri di Prodi non hanno saputo (o voluto) fare.

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