Caso Rai3, Serena Dandini sfratta il Tg e fa litigare Di Pietro e Veltroni

Scontro sulla decisione di spostare la satira in prima serata. Il leader Idv: "Colpa di Walter". La replica: "Ha manie di protagonismo". Vergassola: "Siamo una supersquadra, ruberemo ascolti a Radio Maria"

Caso Rai3, Serena Dandini sfratta il Tg 
e fa litigare Di Pietro e Veltroni

da Roma

Dandini contro Berlinguer. Vergassola anti Mannoni. Di Bella versus Leone. E Di Pietro addenta Veltroni che, serenamente e pacatamente, replica: «No, non se po’ fà, io non c’entro». Quel pasticciaccio brutto de viale Mazzini inizia quando dai corridoi di Saxa Rubra trapela una inaspettata decisione dei vertici Rai. Primo piano, lo spazio di approfondimento del tg3, verrà declassato dalla seconda serata alla terza, round midnight. Al suo posto dal lunedì al venerdì andrà in onda Parla con me, striscia satirica condotta dalla veterana della risata in tv, Serena Dandini. Il posticipo però non viene affatto gradito dalla squadra del tg3. Il direttore della testata, Antonio Di Bella, spiega che la decisione gli è stata comunicata per lettera dal vicedirettore generale, Giancarlo Leone, in modo del tutto inatteso. E la redazione del tg3, in difesa dei suoi spazi, spara un durissimo videocomunicato sindacale durante l’edizione di punta, quella delle 19: immagini drammatiche come quelle del terremoto in Cina, accompagnate da volti dei conduttori più noti e amati dal pubblico, da Bianca Berlinguer a Maurizio Mannoni, e poi sopra un timbro rosso: cancellato, come una lettera scarlatta di condanna. E chi sarebbe il mandante dell’esecuzione? Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, non ha dubbi: la manovra è architettata da Walter Veltroni ed è stata favorita da quello che lui ritiene un disdicevole inciucio con Silvio Berlusconi. «Ci chiediamo come mai il nuovo clima di bon ton politico non abbia sconsigliato di prendere un provvedimento di tale portata», osserva Di Pietro.
Ma Veltroni respinge le accuse al mittente. «Vedo che qualche esponente politico, insiste, per evidenti manie di protagonismo, a coinvolgere il Pd e il suo segretario nella polemica relativa all’annunciata scelta aziendale della Rai» dice Veltroni, che poi precisa di non avere nulla a che fare con tutta questa storia e di esserne venuto a conoscenza «leggendo i giornali». Il leader del Pd giudica la vicenda «grottesca» e «sbagliata la decisione di ridimensionare uno spazio informativo prezioso».
Che sia uno sbaglio relegare lo spazio di approfondimento del tg3 lo pensano in parecchi. Anche nel centrodestra. Il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, esprime «piena solidarietà al tg3 per l’incredibile decisione dei vertici Rai di penalizzare uno spazio informativo apprezzato come Primo piano». Per Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl alla Camera, è «inaccettabile lo spostamento di Primo Piano in piena notte». Solidarietà al tg3 arriva anche da esponenti del Pd come il presidente dei deputati, Antonello Soro.


La Rai prova a gettare acqua sul fuoco spiegando che «non esiste un progetto di cancellazione di Primo piano» ma conferma che l’ora di partenza del programma slitterà alle 24. Dunque i giornalisti restano sul piede di guerra e convocano per martedì l’assemblea nazionale dei comitati di redazione. Per mercoledì è già fissato l’incontro tra Rai, Usigrai e Cdr del Tg3.

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