Caso Ruby, Berlusconi stavolta non si arrabbia

Il premier glissa sulle domande che riguardano il Rubygate e l'assalto giudiziario dei pm di Milano: "Non sono preoccupato". E rilancia l'azione di governo: "Finiremo la legislatura" 

Caso Ruby, Berlusconi 
stavolta non si arrabbia

Roma - Tutti si aspettavano fuoco e fiamme. E invece Silvio Berlusconi, alla prima uscita pubblica dopo la decisione del gip di Milano di rinviarlo a giudizio immediato, lascia tutti stupiti. Non ne parla nemmeno. Glissa sulle domande di "ambito" giudiziario. "Lei è un birichino..." riprende un giornalista che insiste particolarmente. E a un altro cronista che ci riprova a fine incontro ("Secondo lei le ultime vicende giudiziarie possano creare problemi alla candidatura di Mario Draghi per la presidenza della Bce?") oppone un netto rfiiuto ricorrendo al latino: "Lei non è... compos sui" (padrone di sé). Il messaggio che il presidente lascia trasparire è "nessuna preoccupazione" per l'ennesimo attacco della magistratura.

Nessuna preoccupazione "Per carità di patria di questo non parlo: posso solo dire che non sono per niente preoccupato". Risponde così Berlusconi. Assicurando che l'alleanza con la Lega è salda. "Ieri Bossi e tutto lo stato maggiore della Lega hanno passato tutta la sera con me, dichiarando la loro vicinanza e la loro volontà di continuare con questo governo: siamo quanto mai coesi e decisi a continuare la legislatura fino al suo termine naturale". Pensando ad allargare la maggioranza alla Camera. "La maggioranza ora è senz’altro minore, ma non avendo più il forte freno nella nostra maggioranza della componente statalista rappresentata da Fini e dai suoi ora i numeri consentono di amministrare e di fare le principali riforme a partire dalla giustizia" continua il premier. Berlusconi ha lamentato che Fini e i suoi parlamentari "ci hanno fermato in ogni tentativo di riforma della giustizia che sarebbe stata necessaria per il processo civile e anche per quello penale". Ora "la maggioranza è minore, ma ci consente di governare. Pensiamo in pochi giorni di arrivare a 325 deputati, una maggioranza che ci consente di amministrare, ma anche di fare le principali riforme a partire da quella della giustizia".

Bossi chiede i numeri "Se ha i numeri va avanti, se non ci fossero allora cadrebbe da solo". Così Umberto Bossi risponde ai giornalisti a Montecitorio che gli chiedono se la maggioranza del governo è ancora solida.

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