«Caso Ruby? Gli elettori guardano i fatti non il gossip»

Ribadisce il suo «no alla tassa sul turismo» ma assicura che Milano non dovrà subire nemmeno altre imposte previste dal decreto. Un federalismo fiscale a costo zero quello che il sindaco Letizia Moratti garantisce ai cittadini. «Noi abbiamo scelto di non introdurre l’addizionale Irpef - ha ricordato ieri a microfoni di Sky - e non metteremo altre imposte che sono rimesse ai Comuni, possono scegliere». Il sindaco si concentra piuttosto sui vantaggi e puntualizza che il problema del decreto «è quello di collegare maggiormente la produzione delle risorse con la responsabilità di chi le amministra, non ci sarà una differenza fra Comuni del nord e del sud, o piccoli e grandi, ma tra virtuosi e spreconi».
La Moratti oggi dovrebbe incontrare a Palazzo Marino il ministro Ignazio La Russa e il governatore Roberto Formigoni, per riprendere il confronto sulla campagna elettorale e il nodo delle liste civiche dopo il vertice di una settimana fa ad Arcore con il premier. Intervistata su Sky ha ribadito che in questo momento pensa «a fare il sindaco di tutti, non il candidato», è certa che il caso Ruby non avrà effetti sulle elezioni comunali perchè la gente giudicherà «sul lavoro fatto e sul programma che faremo, questo interessa ai milanesi. Penso che ci sia anche da parte dei media un’attenzione su vicende che non credo interessino alla gente. Anche quando si parla di donne si parla solo di vicende legate a gossip e scandali, mentre alle donne interessa discutere dei problemi delle donne». Non raccoglie l’associazione tra gli scandali giudiziari che coinvolgono il premier Berlusconi e alcuni sondaggi che darebbe il suo consenso personale in calo, «in periodi di crisi - sostiene piuttosto il sindaco - tutti i presidenti, da Sarkozy alla Merkel e anche Obama, subiscono cali di consenso. Il malcontento dei cittadini si personalizza su chi guida il Paese, che in questo momento ha bisogno di continuità. Questo governo ha saputo mantenere l’Italia tra i Paesi che non sono stati travolti dalla crisi e ci sono tante riforme importanti da fare, una di queste è il federalismo fiscale». L’ex ministro all’Istruzione ha sospeso il giudizio sull’operato del leader di Fli Gianfranco Fini nel ruolo (anche) di presidente della Camera.

«Deve dimettersi? Non mi sento di dare giudizi perchè non conosco i lavori della Camera - afferma - e quindi non sono in grado di giudicare il lavoro di Fini per sapere se nella gestione è o non è super partes. Credo ci debba essere una valutazione rispetto al proprio ruolo che ciascuno deve saper fare e deve fare con la propria coscienza».

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