Il caso Santoro-Masi-Garimberti: in Rai è tutti contro tutti

Roma«Il sasso in bocca» si chiama la puntata di oggi di «Annozero». E il titolo è tutto un programma.
Nel bel mezzo della bufera per la sospensione disciplinare di 10 giorni della sua trasmissione, Michele Santoro dedica la serata ad altre polemiche che fanno il paio con quelle che lo riguardano. Parlerà dei ritardi nei contratti per «Vieni via con me», in calendario l’8 novembre su Rai3, con Fabio Fazio e Roberto Saviano. L’autore di «Gomorra» sarà ospite di «Annozero», in collegamento da Berlino.
E proprio rispondendo a una lettera di Saviano il presidente della Rai assicura che si farà «garante della libertà», augurandosi che il programma vada regolarmente in onda. Paolo Garimberti va oltre, entrando in attrito con il direttore generale Mauro Masi, che nega qualsiasi ritardo. Parla di un andazzo che non gli «piace per niente», di «una tendenza al ritardo» sui programmi che nuoce all’immagine dell’azienda e crea danni economici. «Sulla libertà - conclude - non tratto».
In quest’atmosfera si garantiscono scintille da Santoro, attorno al tema della libertà d’informazione e della censura.
Masi si sente sotto attacco. Da un lato Santoro, dall’altro la vicenda Fazio-Saviano, che martedì gli è scoppiata sotto la sedia. Oggi, ad «Annozero» la polemica potrebbe montare ancor più. Il direttore generale mette le mani avanti sui due fronti. Dichiara al Consiglio d’amministrazione che per il programma di Fazio-Saviano «non c’è alcun ritardo né tantomeno alcuna censura preventiva». Chi ne parla, sottolinea, dimostra «grande superficialità» o si fa fuorviare da «interessi estranei».
Quanto a Santoro, la sanzione disciplinare è sospesa fino al giudizio, perché l’interessato ha chiesto l’arbitrato interno, mentre la Rai vuole andare in tribunale, data «la delicatezza della questione». Il direttore generale lancia un chiaro avvertimento: «ulteriori episodi» rilevanti ai fini disciplinari aggraverebbero la situazione. Una dichiarazione «intimidatoria e senza fondamento», replica subito Domenico D’Amati, legale di Santoro. «La sospensione della sanzione - afferma - opera a tutti gli effetti e non può costituire un precedente».
Per il consigliere di amministrazione Rai Antonio Verro siamo di fronte ad un dibattito «surreale». E avverte: «La Rai in questo momento non ha bisogno né di martiri né di eroi, ma di impegno e responsabilità». Però i candidati all’aureola si moltiplicano.
Mentre a viale Mazzini si dibatte, fuori il dibattito è acceso. Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli annuncia un atto di indirizzo «che rimetta in equilibrio il disordine» nel quale si trova l’azienda pubblica. Piero Fassino del Pd si appella a Masi perché mandi in onda il programma di Saviano e Fazio. Riccardo Villari, del Gruppo misto, chiede perché la trasmissione è stata appaltata a una ditta esterna, visto che la tv pubblica poteva produrla con le sue risorse.

La società in questione è la Endemol, la stessa della trasmissione che a gennaio doveva riportare Raffaella Carrà in tv. Che c’entra? È saltata. E il regista-autore Sergio Japino ha fatto una dichiarazione allusiva: «Ci siamo sfilati. In Rai, in questo momento, non si lavora con la giusta serenità». Non si aprirà mica un terzo fronte?

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