Il caso «Sedili, Amt sapeva»

Il sedile dell’autista del bus che si è improvvisamente staccato era difettoso. E l’azienda lo sapeva. È quanto sostiene il sindacato Ugl, che attacca direttamente Amt, spiegando di poter «smentire clamorosamente» i tentativi della società di sostenere la teoria del complotto, del sabotaggio e di negare che «quel tipo di sedile avesse mai procurato problemi». Un atto d’accusa in piena regola, che risponde alle spiegazioni offerte da Amt secondo cui i ripetuti (e pericolosissimi per i passggeri) guasti agli autobus sarebbero il frutto di un’azione dolosa per mettere in cattiva luce l’azienda. «Noi siamo sempre più dell’avviso che questo escamotage confermi che l’episodio è accaduto per i problemi da noi denunciati, ovvero carenza di personale addetto alla manutenzione e conseguente quasi abolizione degli interventi preventivi - scrive l’Ugl - Che non ci vengano poi a raccontare che quel tipo di sedile non avesse mai procurato problemi, perché siamo in grado di smentirli clamorosamente, in quanto un responsabile operativo delle manutenzioni aveva addirittura prospettato la possibilità di bloccare lo scorrimento del panchetto per scongiurare quello che poi è purtroppo accaduto».

Secndo il sindacato infine «il problema di questi sedili si era presentato numerose volte, tanto che il magazzino ricambi della Amt era rimasto sprovvisto di quel particolare di plastica che usurandosi ha provocato la “quasi tragedia” di Oregina», e «in attesa dei ricambi dalla Bredamenarinibus, alcuni mezzi di questo tipo era stato fermato».

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