Roma

Il caso Umberto I mette in crisi Marrazzo

Sparate sulla croce rossa. L’inchiesta dell’Espresso sulle precarie condizioni igieniche e di sicurezza del Policlinico Umberto I fa tremare dalle fondamenta il più grande ospedale italiano. E provoca ondate di indignazione bipartisan, accompagnate da trasversali scambi di accuse sulle responsabilità politiche del degrado dell’ospedale, già ieri mattina visitato dai carabinieri del Nas. Tra i primi a esprimere «indignazione e sdegno» il presidente della Regione, Piero Marrazzo. Che si premura di mettere nero su bianco quanto sia «inaccettabile» e «intollerabile» ciò che emerge dall’inchiesta del settimanale e annuncia un controllo minuzioso degli appalti per la pulizia e la sicurezza, «valutando se vi siano i presupposti per la rescissione o per l’applicazione di penali». «Chi ha violato le norme di sicurezza dei pazienti e delle strutture» dovrà pagare, ammonisce il Governatore, che vuole chiedere fondi al governo «per velocizzare i tempi dei lavori di ristrutturazione del complesso ospedaliero». Ma nessuna «sfiducia» nei confronti dei vertici del Policlinico. Anzi, dall’incontro con il direttore generale, Ubaldo Montaguti, con l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia e con il prorettore della Sapienza, Luigi Frati, Marrazzo si è accontentato di ribadire «l’impegno comune per una verifica rigorosa di quanto denunciato», elogiando anche il «lavoro svolto dal management». Anche Battaglia dopo l’ispezione mattutina ha replicato alle polemiche minimizzando gli esiti dell’inchiesta e cercando anzi di mettere in evidenza «il positivo lavoro avviato nell’ultimo anno e mezzo». Non risolutivo, ammette l’assessore, ma che «ha comunque determinato alcuni concreti risultati». Curioso che, snocciolando le «medaglie» degli ultimi 18 mesi, l’esponente della Giunta per il quale l’associazione Dossetti ha chiesto le dimissioni abbia citato anche il dipartimento di Malattie tropicali, proprio quello il cui deposito di colture batteriche, secondo l’inchiesta dell’Espresso, è pericolosamente privo di sorveglianza (e di serratura). La promessa di avviare i cantieri per la ristrutturazione dell’ospedale entro il 2007 non ferma certo le polemiche. Lo stesso direttore generale Montaguti, del quale in molti, tra i quali il vicepresidente della Pisana, Bruno Prestagiovanni, ieri hanno chiesto la testa, oscilla tra rassegnazione e ottimismo. Dice che l’ispezione del Nas «ha consentito di non imputare nulla agli operatori e alla direzione del Policlinico» ma sospira sulla «stima» del tempo per sanare le magagne: «Servono 10 anni per rimettere a posto le cose». Fuori dalla giunta e dai piani alti del Policlinico, però, c’è meno indulgenza. Di «gestione manageriale totalmente fallimentare» parla Alessio D’Amato di Ambiente e Lavoro, che chiede l’immediata convocazione della Commissione Sanità (istanza condivisa dall’azzurro Stefano De Lillo) e aggiunge: «Da un mese ho presentato un esposto in procura sulle gravi illegalità presenti all’interno del Policlinico». Massimiliano Maselli dell’Udc «rimprovera» Marrazzo di non aver ascoltato le denunce dell’opposizione sulle anomalie dell’Umberto I, mentre An, con il senatore Domenico Gramazio e il consigliere regionale Tommaso Luzzi, reclama l’immediato commissariamento del Policlinico: «Sarebbe un atto di giustizia e risponderebbe alle esigenze che da anni sono lanciate da chi vive e opera all’interno di quella importantissima struttura ospedaliera». E il capogruppo regionale del partito di Fini, Antonio Cicchetti, sottolinea la «fallimentare gestione della sinistra sulla Sanità».

Commenta l’inchiesta anche Storace, che accusa Marrazzo di distruggere «ogni credibilità della sanità romana e laziale».

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