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Ma in cassa il titolo piloti vale poco per la scuderia

Ma in cassa il titolo piloti  vale  poco per la scuderia

nostro inviato a San Paolo

Perché la McLaren non ha voluto accettare il verdetto della pista? E neppure quello dei commissari? Verrebbe da pensare, perché ci sono interessi enormi, alias soldi, in ballo. Non è così: per la vicenda brasiliana si tratta prevalentemente di orgoglio, di cocciutaggine, del desiderio di rendere comunque e sempre dura la vita all’odiato rivale. Il titolo piloti, infatti, non porta soldi alla squadra, li porta soprattutto al pilota. Certo, il team potrebbe poi monetizzare con i propri sponsor il numero uno sulla livrea, ma le cifre in ballo non sono sostanziali. Se una gara vinta, per un pilota, può valere 500mila dollari (Montecarlo anche un milione), la conquista del mondiale garantisce incassi esponenziali. Basti pensare che uno come Kimi Raikkonen, che dalla Ferrari percepisce, per tre anni, un ingaggio di circa 25 milioni di dollari a stagione, e che da tempo poteva contare su una serie di sponsor personali in grado di garantire una decina di milioni di dollari in più, ora vedrà le proprie quotazioni personali impennarsi. Gli esperti di marketing stimano che possa duplicare l’incasso se non triplicarlo. Diventerebbe, quindi, un uomo da almeno 50 milioni di dollari l’anno. Per dire, Schumi, nel massimo del suo splendore, nel valeva 100. Curioso il caso di Lewis Hamilton. Nonostante le molte critiche e la perdita di un titolo mondiale che pareva già suo, potrà comunque consolarsi: il prossimo anno incasserà qualcosa come 45 milioni di dollari. Fino a ieri prendeva 750mila dollari di stipendio e un milione per ogni corsa vinta. Quanto alle scuderie, è il mondiale costruttori a dettare la spartizione del montepremi. Di solito, il team che domina la classifica incassa circa 45 milioni di dollari; il secondo 40 e così via. Per cui, paradossalmente, la cancellazione della McLaren dal mondiale marche seguita al verdetto di Parigi, ha portato alla Rossa 5-8 milioni di dollari in più.

Per il team inglese, invece, la perdita è stata netta: meno 45 milioni.

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