Cassazione sui Pacs: sì ai risarcimenti per i «vedovi» gay

Il ministro Pollastrini: «Questa sentenza rafforza la nostra volontà di dare al Paese una legge per i diritti delle coppie di fatto»

da Roma

Anche le coppie conviventi hanno diritto al risarcimento in caso di perdita di un proprio caro. La Corte di Cassazione apre al riconoscimento dei diritti delle famiglie «atipiche» conviventi etero e anche omo. I giudici supremi colgono l’occasione per dire la loro sui Pacs, i patti civili di solidarietà, sottolineando la necessità di garantire più tutela alle coppie di fatto con una sentenza che in realtà riguarda una coppia sposata ed il risarcimento a loro dovuto per la morte del figlio. Il convivente cui si riferisce la sentenza è il fratello della vittima. Ma la Cassazione coglie la palla al balzo e parlando di diritti dei conviventi osserva come «l’attuale movimento per l’estensione della tutela civile dei Pacs conduce all’estensione della solidarietà umana anche a situazioni di vita in comune».
Insomma il risarcimento spetta anche a chi convive e non soltanto ai famigliari tradizionalmente intesi. Un’affermazione che viene accolta con entusiasmo dal ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini. «La sentenza della Cassazione rafforza la nostra volontà di dare al Paese una legge saggia, equilibrata ed umana per i diritti e i doveri delle coppie di fatto», dice la Pollastrini. Di segno opposto il commento del capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè. «Ancora una volta la Cassazione ci stupisce, offrendo questa volta un’apertura di fatto ai Pacs». Volontè si dice preoccupato da «certe posizioni politiche assunte non dalla sinistra più radicale ma da organi che dovrebbero essere preposti solo a funzioni giurisdizionali».
Che cosa dice esattamente la sentenza? La III sezione civile pur trattando il caso della morte del figlio di una coppia regolarmente sposata evidenzia appunto come «l’attuale movimento per l’estensione della tutela civile ai Pacs conduce all’estensione della solidarietà umana a situazioni di vita in comune». Nel caso specifico poi «il danno parentale interessa una societas stabilizzata con vincolo matrimoniale e discendenza legittima, onde i referenti costituzionali sono certi». Ma a seguire i giudici del Palazzaccio ribadiscono che tali diritti di risarcimento vanno estesi anche ai «nuovi parenti» ovvero ai semplici conviventi.
Serrato il confronto politico trasversale su questa sentenza che, divide ancora una volta il fronte laico da quello cattolico. La Chiesa ha ripetutamente ribadito la condanna dei Pacs, chiamando alla difesa della famiglia tradizionale tutti i cattolici impegnati in politica. Un appello che è suonato come una chiamata alle armi soprattutto per i cattolici della Margherita al governo insieme con la sinistra e i radicali che chiedono insistentemente il riconoscimento pieno dei diritti delle coppie omosessuali.
La senatrice Dl Paola Binetti, comunque ritiene che la decisione dei giudici «non costituisca un’aggressione alla famiglia fondata sul matrimonio. Ci sono rapporti che si fondano su un vincolo solidaristico, intensi, di lunga durata, che meritano le necessarie tutele». Tra i primi a compiacersi della sentenza c’è anche Vladimir Luxuria, deputata transgender di Rifondazione.

«È un’ulteriore dimostrazione che la politica è ancora troppo lenta - sottolinea Luxuria -. Il dibattito parlamentare sulle unioni civili più che una questione etica sia una questione di emergenza. La politica non può voltare la testa di fronte a situazioni sempre più frequenti della nostra realtà».

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