Cassinelli: «In politica non serve essere cattivi ma buoni mediani»

Cassinelli: «In politica non serve essere cattivi ma buoni mediani»

(...) e di «smarcarmi», perché così - ti cito ancora - «avremmo un leader in casa». Più volte, anche in privato, mi hai affettuosamente spronato, rivolgendomi questo stesso suggerimento, e sai che te ne sono sinceramente grato.
Colgo così questa occasione per ribadirti che i tanti anni di attività e passione politica, intesa molto semplicemente come servizio - pur modesto, nel mio caso - alla collettività, mi hanno portato a pensare che la cattiveria non sia ciò che i cittadini chiedono a chi fa politica. Cioè: so bene che, in qualche caso, mostrare i muscoli può dare qualche beneficio immediato, ma personalmente credo più nel ragionamento e nella capacità di convincimento. Infatti, forse per deformazione professionale, sono convinto che le argomentazioni serie ed intellettualmente oneste siano l'unico strumento utile a dare gambe alle idee, ad accrescere il consenso e a perseguire il bene comune.
Mai ho voluto essere un leader, anche perché in Liguria un leader già lo abbiamo. Mi sento profondamente legato al partito ed ai valori che tramite il partito sostengo: per questo ritengo sia più utile, per vincere la partita, fare gioco di squadra piuttosto che «smarcarmi». Altri giocano da solisti e spesso si smarcano, ottenendo l'attenzione della stampa che non aspetta altro e quindi la ribalta; talvolta - molto spesso - allontanandosi dalle sensibilità dei cittadini e dei nostri elettori. Altri, appunto: non io.
In un partito in cui tanti pensano di essere leader, ho creduto - forse sbagliando, come tu amichevolmente mi rimproveri - fosse più utile svolgere il ruolo del «mediano», qualche volta faticoso e meno appariscente. Tu, da vero esperto di calcio, sai bene che i fantasisti riempiono gli stadi, ma i mediani ti fanno vincere le partite.
Proseguo quindi nel mio impegno, con l'entusiasmo di sempre, anche perché tante gratificazioni - immeritatamente - ricevo dalla gente, e continuo a dare il mio piccolo contributo per la realizzazione a Genova ed in Liguria del sogno degli italiani e di Silvio Berlusconi: un grande partito che sia davvero la casa comune di tutti i moderati italiani, nella quale si dimostri, con idee e proposte concrete, che esiste una alternativa alla sinistra che tanti danni, e per troppo tempo, ha fatto nella nostra terra.


Nel salutarti caramente, consentimi di citare una frase del grande Luigi Pirandello, nella quale mi riconosco profondamente ed a cui cerco di ispirarmi quotidianamente, considerandola anche un monito per chi fa politica: «È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini si deve essere sempre».
Forse sbaglio, ma credo che l'elettorato oggi non sia alla ricerca di eroi.
Tuo.
* vice coordinatore metropolitano vicario Pdl

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