Non gliele manda a dire, neppure lo critica, ma esprime solo il suo disappunto per la nomina. Felice Casson, fino allo scorso aprile magistrato e senatore dellUlivo in quota Ds dopo le elezioni politiche, ha nel mirino Francesco Saverio Borrelli e il suo incarico a capo dellUfficio indagini della Federcalcio, una nomina che proprio non ha capito e che, fosse stato lui a decidere anziché il Commissario straordinario Guido Rossi, neppure avrebbe fatto. E, senza volerlo, i due ex magistrati, compagni di tante battaglie e caratterizzati dalla stessa ideologia politica, hanno ora idee differenti, non nelle aule giudiziarie, ma in campo calcistico. «Ritengo che ci fossero tante altre persone in grado di ricoprire quel ruolo. Andava evitato, ci si poteva pensare prima», laffondo di Casson nel corso di Controcorrente su Sky Tg24, rivolto a Borrelli. «Soprattutto col senno di poi, si può dire che averlo inserito in quella struttura ha comportato degli effetti negativi, nel senso che qualsiasi cosa potesse dire Borrelli nei confronti del Milan, si sarebbe poi parlato di complotti e questo è sicuramente un dato negativo».
Inevitabile affrontare largomento del maxiprocesso e lex pm si schiera contro qualsiasi ipotesi di amnistia per calciopoli. «Parlare di un atto di clemenza significa dare un segnale negativo non solo al calcio ma a tutto lo sport. Sono assolutamente contrario perché i fatti sono molto gravi e nel mondo del calcio cè bisogno di pulizia, che va fatta in maniera rapida», afferma Casson, sottolineando che «le regole del processo sportivo sono accettate da tutti gli iscritti nel momento in cui si iscrivono alla Federazione».
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