Castè esce di nuovo dal gruppo

«Proxima estacion: esperanza» direbbe Manu Chao il cantante del G8 se cantasse in via Fieschi. Dove la speranza è che Lorenzo Castè trovi finalmente il suo posto. Qui in consiglio regionale ne ha cambiati tre in meno di un anno. Eletto nelle liste di Rifondazione comunista, dopo pochi mesi s’è spostato un po’ più a sinistra, nei banchi dei Comunisti italiani, e da ieri ha fatto un balzo in avanti, sedendosi con il gruppo Unione a sinistra.
Aria mite mai una parola in aula, che i suoi interventi si contano su un dito, i colleghi non lo facevano così irrequieto. E invece lui starà pure zitto, ma non riesce a starsene fermo. D’altronde non è che se ne vada sbattendo la porta, pare sian più che altro i «compagni» di gruppo a chiudergliela in faccia dopo un po’, ma vai a capire. Lui ne fa sempre una questione di coerenza con parole solenni, che sono poi sempre le stesse: «Aderisco al progetto di formare tutti insieme un nuovo soggetto politico che riunisca tutte le forze della sinistra» disse quando decise di inseguire il Pdci che inseguiva Asor Rosa, entrambi abbandonati dal Prc. «Aderisco al progetto di formare tutti insieme un nuovo soggetto politico che riunisca tutte le forze della sinistra» ha ripetuto ieri, entrando in Unione a sinistra. Solo che Prc, Pdci e Unione a sinistra, oggi in Regione sono già parte dello stesso soggetto politico, si chiama Forum ed è già la sinistra riunificata. E allora c’è qualcosa che non quadra. Che cosa, sono i vertici del Pdci a svelarlo, Tirreno Bianchi il capogruppo in Regione (che da oggi resta capogruppo di se stesso), ed Enrico Vesco l’assessore e segretario ligure del partito: dicono che per capire i traslochi genovesi bisogna guardare ai palazzi spezzini. Càpita infatti che Castè laggiù alla Spezia abbia deciso di candidarsi con la lista autonoma di Arturo Fortunati, quella che salta a pié pari le primarie dell’Unione e corre diretamente alle elezioni comunali, contro il centrodestra ma anche contro il centrosinistra. «Abbiamo detto a Casté che serve coerenza: non può far parte del partito in Regione e avversarlo alle comunali della Spezia». Non fa una grinza e infatti compagno Lorenzo non ha fatto una piega, e se n’è andato. Spaccando però, ironia della sorte, il Forum della ritrovata sinistra unità. Perché se il Pdci ha chiuso la porta in nome della coerenza, Unione sinistra la porta l’ha aperta, in barba alla coerenza.
A domanda risponde Franco Bonello il capogruppo. Domanda: se il Pdci pone un problema politico sulla candidatura di Castè alla Spezia, Unione a sinistra non ha lo stesso problema? Risposta: «No, perché noi non esistevamo ancora quando sono state prese le decisioni alla Spezia, quindi non le abbiamo discusse». Ma se Unione a sinistra fosse esistita avrebbe condiviso l’operazione Fortunati? «Può darsi di no, ma ora la accettiamo». Significa che appoggerete Fortunati? «Non lo so, mica voto alla Spezia io, comunque può darsi». Ma se Unione a sinistra appoggia Fortunati si schiera contro il resto del centrosinistra. «Noi non siamo contro il centrosinistra». E insomma i sigillogismi non sono il forte di Bonello. Il quale, comunque, mette sale sulle ferite del Forum: «Tentano di sminuire il significato politico della scelta di Casté, ma non ci faranno venire il mal di pancia.

Castè ha aderito al nostro progetto politico, punto e basta. E in questo modo ci aiuta a rafforzarci: adesso con Mino Ronzitti a Genova, io a Imperia e Castè alla Spezia siamo un movimento politico radicato sul territorio ligure». Unione a sinistra-Comunisti italiani tre a uno.

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