A Castelfusano un safari strisciante per cercare altri serpenti a sonagli

A Castelfusano un safari strisciante per cercare altri serpenti a sonagli

Caccia aperta a Castelfusano. Guardie forestali alla ricerca di altri serpenti a sonagli. Dopo la scoperta del secondo Crotalus Atrox cresce l’allarme a Tumuleti per la fantomatica «nidiata» di piccoli serpenti dal morso letale, figli presunti della coppia catturata. Hanno fatto in tempo a rilasciare la cucciolata oppure, vista la giovane età dei soggetti, il pericolo potrebbe essere scampato? Ancora: sono stati abbandonati solo loro due o bisogna prepararsi ad altri inquietanti avvistamenti?
Sulla questione interviene il professor Guido Lombardi, esperto erpetologo, già direttore del rettilario di Frascati e dello zoo-safari sul lago Maggiore, nonché consulente faunistico pontificio a Castel Gandolfo: «Non diciamo amenità: l’Atrox è un animale viviparo - spiega Lombardi -, questo significa che non nidifica, non cova le uova come le galline o lo stesso pitone, ma partorisce piccoli già sviluppati all’interno dell’utero. Dalle dimensioni che ho potuto osservare i due esemplari di Castelfusano sembrano adulti, di circa 4 anni». Tre anni almeno, secondo quanto confermano gli agenti della Forestale: «Dai sonagli della coda, nove anelli - dicono - il secondo soggetto dovrebbe avrebbe 36 mesi. Ogni anello, infatti, corrisponde a un cambiamento di muta, perciò 9 anelli equivalgono a 9 stagioni». Insomma, troppo giovani per il ciclo riproduttivo. Mentre per l’animale catturato a fine settembre il sesso non è un mistero, femmina, per quest’ultimo bisognerà attendere l’esame dei medici veterinari del Centro di Recupero animali di Roma, dov’è stato affidato. Il rettile verrà sottoposto, tra le altre cose, all’esame del Dna per accertare se ci sia o meno una parentela con la «lady» immobilizzata il 29 settembre, dopo una battuta di 48 ore, da Marco Guidi, esperto Cites. Non solo. Dovrà essere stabilito con esattezza se la preda contenuta nello stomaco del serpente sia di una specie del luogo, come probabile. «Un dato decisivo - sostengono il responsabile nazionale Cites, l’ingegner Ciro Lungo, e il sovrintendente Marco Fiori, del nucleo investigativo - per capire se il serpente era in cattività o in libertà al momento del pasto. Se si trattasse, infatti, di una preda catturata nella pineta di Ostia significherebbe che il crotalo si è già ambientato nel nuovo habitat. Elemento preoccupante visto che il suo morso è letale». Una prima risposta, però, sembra arrivare dalla constatazione che il serpente è privo di uno dei due denti incisivi, probabilmente perduto durante la caccia. Dunque, i segni sul corpo fanno pensare che la bestia sia vissuta in natura più tempo della compagna, almeno un mese. Vale a dire: sono stati abbandonati entrambi nello stesso periodo ma solo uno è stato catturato subito dopo.

Il fatto che serpente a sonagli, tipico delle aree sud-orientali degli Stati Uniti e del Messico, si nutra ogni tre settimane completa il quadro. Le indagini della magistratura dovranno risalire, adesso, al responsabile dell’abbandono. Alla Asl di zona il compito di procurarsi l’antidoto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica