Castelvolturno Un anno e mezzo fa la battaglia dei nigeriani

Era il 19 settembre 2008 e avevano cominciato senza disturbare nessuno. Una folla di immigrati, composta anche da donne e bambini, a percorrere le strade di Castelvolturno per manifestare la propria rabbia contro la strage di extracomunitari. Ne avevano uccisi sei dei loro in due agguati sulla Domiziana: tre ghanesi, due liberiani e un immigrato del Togo morti, tutti tra i 25 e i 34 anni, trucidati a colpi di mitraglietta. Una strage firmata dai casalesi. Ma la protesta degenerò presto in una vera e propria guerriglia urbana con il ribaltamento di automobili e il lancio di pietre. Gli immigrati bloccarono la Domiziana rivoltando cassonetti dell’immondizia, materassi ed auto, prese a calci e colpi di bastone. Armati di bastoni distrussero le vetrine dei negozi adiacenti alla sartoria dove sono stati uccisi i propri connazionali. «Italiani, bastardi, tutti italiani bastardi» fu il coro intonato dalla folla, che per oltre 10 chilometri scatenò l’inferno. Anche la polizia che si trovava sul posto fu aggredita dalla furia degli extracomunitari. Gli agenti furono insultati, picchiati e presi a calci da nigeriani, ghanesi e altri stranieri. Bloccata una strada dalle barricate, la città fu preda del vandalismo degli immigrati.

Pochi giorni dopo contro manifestazione di residenti e commercianti davanti al municipio dopo una marcia di protesta di 17 chilometri con bar, ristoranti e negozi con le saracinesche abbassate e venticinquemila persone in piazza. In testa al corteo uno striscione: «11 italiani morti, lo Stato dorme. 6 africani morti, lo Stato si svergogna».

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