Castore: «Nelle mie foto cerco le radici comuni dell’Europa»

Oggi alla Galleria Fnac s’inaugura «La terra sotto i piedi», luoghi e persone del Vecchio continente

Barbara Silbe

«Ho cominciato a fotografare nel 1998. Cercavo un posto anonimo, dove non succedesse niente, che fosse stato teatro della storia europea. Lo individuai in Polonia. Pensavo solo al carbone, ai minatori, che vedevo e vedo come l’Uomo originario, semplice, lavoratore, padre. Con gli anni ho acquistato più sicurezza, capisco dove voglio andare a parare». Esordisce così Lorenzo Castore, classe 1973, giovane e già affermato fotografo di origini fiorentine che è a Milano per presentare la sua nuova personale. Da oggi al 15 marzo, alla Galleria Fnac di via Torino, sarà esposto il suo lavoro dal titolo «La terra sotto i piedi», un percorso sulla sua formazione e sulle radici profonde piantate nel continente Europa. «Le recenti rassegne fotografiche sul Vecchio continente – racconta – («Eurogeneration» nel 2004 e «Euro Visions» appena conclusasi alla Triennale, ndr), danno una visione giornalistica, antropologica e sociale che a me non interessa. Considero l’Europa una casa, un luogo dove mi ritrovo, dove cerco connessioni e dove sono cresciuto. La fotografia mi serve per capire, è il mio psicanalista di fiducia e questa è solo una tappa di un progetto in evoluzione e mai concluso, del quale fanno parte anche i minatori della mia mostra «Nero» allestita nel 2004 a Palazzo Reale». Un percorso geografico e metaforico, il suo, fatto di luoghi e persone. Gli scatti in mostra sono principalmente ritratti in bianco e nero realizzati negli ultimi tre anni, evanescenti, visioni molto intime, quasi allucinazioni. «Non ci sono regole - prosegue l’autore - questa è la verità. Non ho badato all’aspetto formale. Sono spinto dal bisogno di viaggiare, di sentirmi solo in qualche città, di perdermi e ritrovarmi. Osservo la gente che mi suscita impressioni, che trasmette energia. Mi spiego: tra le immagini esposte ce n’è una dove si vede il viso di una zingara. L’ho scattata a Firenze, ero a passeggio con mio padre e l’abbiamo incontrata. Ho subito ripensato a quando lui, se da bambino facevo il monello, mi diceva che mi avrebbe fatto portare via da una zingara, è riaffiorata la mia infanzia». Quanto conta la sua storia personale? «Moltissimo. Ritraggo anche i miei familiari, cerco di far convergere sullo stesso binario la mia vicenda e quella degli altri, il passato e il presente, il futuro e la memoria. L’attenzione andrà sempre più allargandosi dal punto di vista geografico, tenderò a coprire aree europee sempre più vaste, per dare a chi osserva la visione d’insieme di questa complessità di popoli, tradizioni, culture, contesti, pensieri».


Lorenzo Castore è membro dell’Agenzia francese Vu e rappresentato in Italia dall’Agenzia Grazia Neri. «La terra sotto i piedi» è aperta con ingresso libero dalle 9.30 alle 20; domenica dalle 10 alle 20. Per informazioni, tel. 02.869541. Accompagna la mostra il libro «Paradiso», Peliti Associati editore.

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