Castro: sono grave ma non ve lo posso dire

Stefano Filippi

La salute di Fidel Castro, seconda puntata di quella che ormai è una telenovela latinoamericana. Come nel giorno dell'operazione chirurgica all'intestino, niente bollettini sanitari né dichiarazioni dei medici; non è ancora chiaro - come sottolinea la Bbc - se sia ricoverato in ospedale. Per la seconda volta, le notizie vengono da un proclama del líder maximo letto alla tv di Stato. Lunedì sera (in Italia erano le prime ore di martedì mattina) davanti alle telecamere si è presentato Carlos Valenciaga, consigliere personale di Castro. L'aggiornamento invece è stato diffuso non da un portavoce in maniche di camicia, ma dal giornalista Randy Alonso, conduttore dell'unico talk show della tv cubana intitolato Mesa redonda informativa (cioè Tavola rotonda), tra gli applausi dei quattro ospiti della trasmissione.
Il dittatore, operato d'urgenza per una emorragia intestinale che è il probabile sintomo di una malattia più grave, continua dunque a comunicare in prima persona sul mezzo più popolare di Cuba, la tv. Nel secondo messaggio, più breve del precedente, riferisce di trovarsi «in una situazione stabile» e che «di morale sto perfettamente bene». Ma il passaggio chiave è un altro: la sua salute è un segreto di Stato. Lo è sempre stata, come lo era quella dei presidenti dell'Unione Sovietica; stavolta però Castro, che compirà ottant'anni fra 10 giorni, ne tenta una giustificazione. «Non posso inventare notizie buone perché non sarebbe etico, e se le notizie fossero cattive, l'unico a trarne profitto sarebbe il nemico - proclama -. Nella situazione specifica di Cuba, e visti i piani dell'Impero (cioè gli Stati Uniti, ndr), il mio stato di salute si converte in un segreto di Stato che non può essere divulgato costantemente. I miei compatrioti debbono capire questo». Dunque, le notizie sarebbero cattive ma non si può dirlo e il mistero su come stia davvero Fidel non è dissolto.
Aggiunge Castro: «Non posso cadere nel circolo vizioso dei parametri sanitari che costantemente, durante la giornata, cambiano. È una situazione stabile, ma una evoluzione reale del mio stato di salute ha bisogno del passare del tempo. Il massimo che posso dire è che la situazione si manterrà stabile per molti giorni - profetizza - prima di poter dare un verdetto. I miei compatrioti sapranno tutto al momento dovuto come è successo dopo la mia caduta. Bisogna lottare e lavorare», conclude il líder maximo dopo aver ringraziato chi gli ha augurato di guarire in fretta.
All'Avana uffici e negozi sono aperti, non ci sono state manifestazioni, nessun segnale di maggiori attività di polizia. Se ci sono, le preoccupazioni vengono accuratamente tenute nascoste. Sembra che si viva con tranquillità questa fase senza precedenti, con Fidel in ospedale e i suoi poteri assoluti - per la prima volta dalla presa del potere nel 1959 - assegnati provvisoriamente al fratello Raul. «Tutto normale, almeno per adesso», ha detto all'Associated Press da Emilio Garcia, un dipendente dell’ospedale.
Nell'inedita transizione dove il comandante en jefe è vivo ma non può governare, nulla sembra cambiare se non il volto del potere. Che non ha più il barbone spavaldo e la parlata torrenziale di Fidel, ma i baffetti senza pretese e il silenzio del «compagno Raul», il fratello di cinque anni più giovane. Il nuovo uomo forte di Cuba ha passato le prime due giornate da líder (primo segretario del comitato centrale del partito comunista, comandante in capo delle forze armate, presidente del consiglio di Stato e del governo) senza apparire in pubblico né rilasciare dichiarazioni. Profilo basso, per lasciare intendere che - almeno finché Fidel è vivo - non ci saranno rivoluzioni nel regime dell'isola caraibica.

L'unico a fare sentire la propria voce è il presidente del Parlamento, Rafael Alarcon, che all'agenzia di stampa ufficiale ha detto di aver incontrato Castro due volte dopo l'operazione: «La nostra è stata, come sempre, un'ottima conversazione. Abbiamo parlato per mezz'ora di molte cose che stanno accadendo nel mondo e dell'impatto che ha avuto il suo annuncio. Castro è ben lontano dalla sua ultima ora».

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