I venditori ambulanti stanno affinando la propria tecnica nel rivendere oggetti di marca: se a «piazzarli» direttamente si rischia troppo, ora nelle spiagge della Riviera ligure si sono dotati di un vero e proprio catalogo, con cui decantare e proporre la merce.
Non bastano le operazioni della Guardia di finanza, la quale solo due settimane fa ha sradicato una famigliola che a Barletta aveva prodotto fino a quel momento una quantità immane di capi e accessori falsi delle più note griffe, rivendendoli a stock-house, ambulanti e addirittura a un vero e proprio negozio di Bergamo. In quelloccasione, oltre ai 700mila capi dabbigliamento sono stati sequestrati più di 5mila clichè, e questa è stata la parte più significativa della vicenda.
Non bastano le multe nell'ordine di svariate migliaia di euro a chi acquista merci dichiaratamente contraffatte, come le borse marroni di Louis Vuitton su cui campeggia il logo XV, anziché LV; le magliette di Lacoste, ma con il coccodrillo cucito dalla parte sbagliata, o con un bottone in più, oppure gli occhiali di Chanel, in cui al posto delle due «C» incrociate magicamente appaiono due «G». É di ieri la vicenda di una signora danese di 60 anni, Kirsten Lorsen, in vacanza fra Ventimiglia e Costa Azzurra, che per non aver resistito a un paio docchiali da dieci euro con marchio falso, ne deve pagare 3.333 (a tanto infatti ammonta la multa che le hanno inflitto nel corso di una serie di controlli antiabusivismo coordinati dal vice questore Salvatore Rossi). E risale a pochissimo tempo fa un episodio analogo, che ha visto coinvolti alcuni giovani francesi i quali, colti in flagrante mentre acquistavano articoli falsi, hanno visto uno di loro svenire alla notizia della cifra da pagare per la multa.
Tutto ciò non riguarda solo i nuovi ricchi o finti tali, ma anche signore di mezza età senza problemi di blasone o portafoglio, tutti attanagliati dalla sete di marche famose e invidia altrui. Consumistico bisogno opportunamente sfruttato dalla malavita e da tutti i falsificatori cinesi e non, che sembra dominare i pensieri dei bagnanti, i quali sulle spiagge savonesi da poco tempo hanno persino la possibilità di acquistare attraverso un catalogo, scegliendo la merce e contrattando il prezzo, per poi riceverla comodamente a casa - pardon, sotto l'ombrellone - il giorno dopo, quando pagano il dovuto, non si sa se maggiorato per il servizio.
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