Una decisione a lungo annunciata quella di Letizia Moratti che oggi dirà il suo «sì» e scenderà ufficialmente in campo per conquistare la poltrona di Palazzo Marino. Una candidatura importante per dare continuità agli otto anni di gestione Albertini voluta dal premier in persona che la annunciò un po a sorpresa almeno sette mesi fa.
È il 6 maggio quando Silvio Berlusconi rompe gli indugi: «Lo abbiamo deciso stasera: Letizia Moratti sarà il sindaco di Milano». L'annuncio viene fatto davanti ad una platea di una ventina di donne, tutte elettrici forziste, a Catania, città in cui il premier si trova per sostenere il candidato della Casa delle libertà Scapagnini per il voto che ci dovrà essere la settimana dopo.
«La signora Moratti - aggiunge Berlusconi - è un ottimo candidato e spero davvero che possa diventare il sindaco di una città importante come Milano». È un'investitura a tutti gli effetti che viene accolta con soddifazione tra i ranghi di Forza Italia e dallo stesso sindaco Albertini che già aveva inserito nella probabile lista dei suoi successori il nome del ministro dell'Istruzione. Tutti d'accordo sulla scelta, un po' meno sul metodo. Ignazio La Russa di An si affretta a precisare che si tratta di una «precandidatura» mentre Matteo Salvini (Lega) mette i puntini sulle «i»: «Ipotesi buona ma preferirei che il nome fosse scelto da tutta la coalizione». A metà maggio c'è una nuova puntata che però non ha un seguito: si parla di Letizia Moratti subito nella squadra di giunta a Palazzo Marino, un trampolino per spianarle la strada verso le amministrative. Non se ne fa nulla, dopodiché le acque si calmano in attesa che il ministro sciolga le riserve e dia ufficialmente la sua disponibilità a «correre». Ma il ministro Moratti non si sbilancia e lega la sua risposta positiva alle decisioni del governo sulla finanziaria. Risposta che deve essere arrivata nel Consiglio dei ministri di due giorni fa quando il premier ha assicurato che saranno soddisfatte tutte le richieste del ministro su scuola e ricerca.
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