Di Caterina, blitz in Comune. Il Pd trema e lo fa cacciare

Il "grande accusatore" in commissione: "Ho un credito di 15 milioni con Atm". E oggi ritorna per il caso dell’assessore Maran

Di Caterina, blitz in Comune. Il Pd trema e lo fa cacciare

Milano - Blitz al Comune di Piero Di Caterina, l’imprenditore indagato per la vicenda dell’ex area Falck e titolare dell’azienda di trasporti Caronte, e dell’ex presidente del Consorzio Trasporti pubblici Antonio Rugari (non indagato). Verso le 16 i due, accomunati da contenziosi milionari con l’azienda dei trasporti, si presentano in commissione Controllo e Vigilanza per l’audizione del direttore generale di Atm, Elio Catania. Quasi nessuno si accorge del loro ingresso. I protagonisti dell’inchiesta che ha travolto l’ex sindaco di Sesto, Filippo Penati, si siedono tra i consiglieri. Sorrisi maliziosi, occhiate oblique, sguardi increduli. Qualche mormorio e risatina nervosa, dai banchi dell’opposizioni si scatena il tam tam: «Chi li ha fatti entrare? Sono autorizzati ad assistere alla commissione?». È la capogruppo Pd Carmela Rozza ad allontanarli: «Ho chiesto che fossero allontanati perché non autorizzati. Non è possibile che l’ultimo dei cittadini debba chiedere l’autorizzazione, mentre qualsiasi inquisito possa entrare e uscire dal palazzo come vuole». E in effetti così avviene: di Caterina «conosce la strada per l’aula commissioni, non è la prima volta che viene» spiega una custode.
«Sono qui per lavoro. Ci devo essere, perché è la prima volta con questa giunta - spiega Di Caterina nel corridoio - che si portano sul tavolo fatti che riguardano Atm e che noi abbiamo denunciati come gravi. Pisapia è un tecnico, un grande avvocato, un galantuomo. Il sindaco che deve mantenere in città la legalità. La giunta Pisapia mi piace molto, spero faccia luce». «Turbativa d’asta, frode su pubbliche forniture e violenza ad altri operatori», un credito vantato dalla Caronte verso Atm di «15 milioni di euro» le accuse rinnovate dall’imprenditore. Di Caterina ha rivelato di aver avuto nel 2009 un incontro con l’allora vicesindaco, Riccardo De Corato, che «dopo aver promesso che avrebbe risolto la situazione, non ha più risposto al telefono». «Non lo conosco» la replica.
A sparigliare ulteriormente le carte le dichiarazioni di Rugari, che due giorni dopo la formazione della giunta Pisapia manda un sms a Penati - «Considerata come è andata a Milano, credo che si possa tentare di risolvere la questione di Piero (Di Caterina, ndr), prima che si vada oltre certi limiti» - con riferimento alla nomina di Pierfrancesco Maran «pupillo di Penati», all’assessorato ai Trasporti. «L’incontro con Maran (in cui Rugari si propone per una consulenza, ndr) me l’ha procurato Penati, così come il numero di telefono» raccontava ieri, contraddicendo la versione di qualche giorno fa: «Ho chiesto a Maurizio (Baruffi, capo di gabinetto ndr) di propormi per un incarico». «Dopo aver incontrato Maran ho visto Baruffi - la nuova versione - mi sembrava giusto che un consulente dell’assessore piacesse anche al capo di gabinetto».


La partita è stata giocata solo a metà: Di Caterina e Rugari hanno annunciato che oggi torneranno in Comune per l’audizione dell’assessore «finito nell’occhio del ciclone per un tranello dell’opposizione». Parola di Di Caterina.

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