Catricalà: «Basta banche-santuario»

Per il Garante i conti correnti in Italia costano più che negli altri Paesi

da Milano

Un santuario che deve essere «profanato», per evitare la rovina: questo è il sistema bancario per il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà. Parlando a una cerimonia della Guardia di finanza, il garante sceglie un’immagine forte quanto la posta in gioco: «È necessario migliorare il nostro sistema, troppo radicato in se stesso e autoreferenziale. Mi rendo conto che andiamo a toccare i santuari, ma dobbiamo farlo o saremo travolti».
Un giudizio severo, anche se «è fastidioso - dice il presidente dell’Antitrust - parlare male delle banche italiane. Ne ho visti di banchieri andare tante volte a Palazzo Chigi e dire “non possiamo aiutare queste imprese, perché sono al di fuori di ogni parametro”, mentre qualche governante gli chiedeva di fare uno sforzo per il Paese. Ma li ho visti anche firmare un fido malgrado i rischi che c’erano, laddove i banchieri stranieri non avrebbero nemmeno preso la penna in mano».
Quanto alla Banca d’Italia, «deve vigilare sulla stabilità. Ma qualcun altro deve vigilare sulla concorrenza tra le banche», perché «in Italia i conti correnti costano più che negli altri Paesi».
Altrettanto vale per l’energia, sostiene Catricalà, che punta il dito contro l’Enel: «C’è un’azienda, ex monopolista puro, che non solo è forte, ma condiziona il mercato in modo da organizzare i prezzi secondo il suo massimo profitto». E aggiunge: «Bene ha fatto il governo ad autorizzare Edf a fare un’operazione che ha reso Edison un vero competitore. Per ora solo al Nord, ma speriamo presto anche in altre regioni».


Troppo alte, infine, anche le tariffe Rc auto: «Da un po’ di tempo sono rimaste stabili, ma - dice Catricalà - tra 10-12 mesi, se non interveniamo, saliranno di nuovo di diversi punti percentuali», e insiste sull’opportunità di ricorrere maggiormente all’indennizzo diretto, utilizzando lo strumento del Cid. Un progetto su cui il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, si dice disposto a confrontarsi «anche in tempi brevissimi».

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