Economia

Cattolica e Bpvn, si lavora ai progetti di integrazione

Successo per l’aumento di capitale della Banca Popolare Italiana

da Milano

Bipiemme-Popolare Italia, Cattolica-Bpvn: proseguono i lavori per i due matrimoni che cambiarebbero gli equilibri del mondo cooperativo. Mentre il presidente di Popolare Milano, Roberto Mazzotta, sviluppa i propri contatti diplomatici, Lodi ieri ha coronato l’ultimo aumento di capitale da 720 milioni. Per avere i risultati ufficiali occorrerà attendere la prossima settimana, ma l’iniezione di mezzi freschi deciso dall’amministratore delegato Divo Gronchi per sostenere il piano industriale, avrebbe ottenuto oltre il 98% delle adesioni. Risultato atteso nelle sale operative che già nei giorni scorsi avevano segnalato una pioggia di ordini per un’operazione che offriva i titoli a 6,8 euro contro prezzi di Borsa che, complici le voci di matrimonio con Bpm, sono arrivati a superare 9 euro (in una giornata negativa come quella di ieri il titolo ha guadagnato ancora lo 0,85%). Intensi anche i volumi registrati a luglio quando è passato di mano oltre il 35% del capitale.
Con questa mossa Lodi ha portato a oltre 5 miliardi la propria massa critica, destinata, una volta inglobate nella capogruppo le controllate Reti Bancarie e Bipielle Investimenti, a lievitare ulteriormente a 6,2 miliardi, rispetto ai 4 miliardi della «consorella» Bpm.
Il matrimonio tra i due gruppi, quindi, rimane nell’aria ma i rapporti di forza e di governance sono ancora incerti. Come le mire espansionistiche di Bpvn sulla «concittadina» veronese Cattolica Assicurazioni. Il termine fissato per le trattative è fine luglio ma il matrimonio non suscita entusiasmo in Piazza Affari: tanto che dopo essere arrivata a cedere fino al 6% Cattolica ha chiuso in caldo del 2,6% a 44,5 euro; negativa anche Bpvn (meno 1,6% a 21,5 euro). In tarda mattinata alcuni osservatori avevano confermato le indiscrezioni che puntavano su una riunione parallela dei cda all’inizio della prossima settimana. Quadro poi però smentito, soprattutto in relazione alla possibilità che in quell’occasione Cattolica e Verona avrebbero deciso se unire o no le proprie forze. Nella città scaligera si è tuttavia ammesso lo stato di fibrillazione: ci sarebbe stato un cda di Cattolica e nei prossimi giorni ci sarà la periodica riunione di vertice di Verona (definita ordinaria). L’iter per studiare l’integrazione prosegue insomma a rilento e si sarebbe lontani dal quantificare numeri e concambi.
La discussione sarebbe ora concentrata sulla valutazione industriale e soprattutto della tenuta del «modello» Cattolica, basato su un’articolata rete di rapporti di bancassicurazione.

Tra cui quello con Banca Lombarda.

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