Una causa contro il Governo: l’hanno intentata dieci nomadi che vivono nel grande campo di via Triboniano, a Milano, per chiedere che un giudice civile definisca «discriminatori» i provvedimenti dell’esecutivo sulla emergenza rom e, in particolare, dichiari lo stop immediato ai censimenti che i prefetti possono fare negli insediamenti dei rom.
Mentre in Europa, dunque, si è aperta una querelle sulle politiche da adottare nei confronti dei nomadi, ieri in Tribunale a Milano si è tenuta la prima udienza a seguito di un ricorso presentato dai nomadi nell’estate del 2008. I rom della famiglia Omerovic, che lo hanno firmato chiamando in causa la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Interno e il Prefetto di Milano, non erano però presenti in Tribunale, dove sono arrivati, invece, i loro legali assieme ai rappresentanti di alcune associazioni che hanno sposato la causa. Tra queste anche la ong statunitense Open Society Justice Initiative del magnate e filantropo George Soros, che era rappresentata in aula da Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale e ora candidato alle primarie milanesi per il centrosinistra.
«Chiediamo - ha chiarito Onida - che vengano sospesi questi provvedimenti del governo, perché non si può discriminare delle persone sulla base dell’etnia».
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